Commissione per la formulazione di pareri in ordine alla qualità ed alla funzionalità del vestiario, ex art. 26, comma 2, D.P.R. 395/1995 – ALCUNE CONSIDERAZIONI SENZA FRONZOLI
Egregio Sig. Sottosegretario, per Sua espressa volontà l’Amministrazione Penitenziaria ha convocato la predetta Commissione dopo uno stallo quasi decennale, certamente indecente. Ciò che non abbiamo compreso, in un’algida elencazione di numeri come se fosse un esercizio di prossemica da parte dell’Amministrazione, è se ritenere in giacenza al Servizio per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’armamento e del vestiario per il Corpo di polizia penitenziaria (S.A.D.A.V.) n. 40538 uniformi ordinarie invernali maschili (al 5 giugno 2023) ed altre n. 9285 ai PRAP dei numeri più o meno significativi, più o meno clamorosi. Non meno emblematico il dato sul vestiario invernale delle donne in divisa: n. 8634 in giacenza al SADAV (con identico periodo di riferimento) e altre n. 1546 in giacenza ai PRAP. Meno che mai è comprensibile come sia possibile avere in magazzino n. 12760 uniformi operative maschili e, allo stesso tempo, aver preso atto che la Direzione generale per la gestione dei beni, dei servizi e degli interventi in materia di edilizia penitenziaria del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato la gara necessaria all’acquisizione di n. 900 uniformi operative estive (maschili e femminili) per il personale del Corpo “relativamente alla carenza di taglie più comuni che risultano in alcuni casi addirittura assenti e che necessitano di immediata integrazione”. Per il concorso pubblico, per esame e titoli, a complessivi n. 1713 (1028 uomini; 685 donne) allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria, indetto con P.D.G. 8 marzo 2023, che dovrebbe prendere le mosse entro la fine dell’anno, evenienza probabilmente remota, si dovranno fare i salti mortali per vestire in maniera adorna i reclutati. Ciò che noi non riusciamo a comprendere è se abbiamo molto o molto poco: Shakespeare scriveva che “si soffre molto per il poco e gustiamo poco il molto che abbiamo”! Le giacenze nei magazzini, al centro come in periferia, sono onestamente fuorvianti. Eppure la Direzione Generale del Personale e della Formazione di allora, poco più di nove anni fa, ebbe modo di realizzare un sistema informatizzato per la gestione del materiale del magazzino vestiario per il Corpo di polizia penitenziaria interessando i tre livelli organizzativi dell’Amministrazione: il Dipartimento, i Provveditorati Regionali ed i singoli istituti penitenziari. Se lo scopo è stato quello di automatizzare l’inventario di magazzino del SADAV per il materiale già giacente e per quello di nuovo acquisto anche per disciplinare la distribuzione tra le varie periferie interessate come è possibile, ora, leggere quei dati, quei report in così decisa controtendenza? Dal vestiario alle scarpe la conta è impietosa, con una Amministrazione che pare distratta o forse considera di poco rilievo il disagio del personale, di quello che lavora nelle carceri della Nazione. Abbiamo una significativa giacenza in magazzino ed altre n. 13000 uniformi maschili e femminili sono al vaglio del collaudo poi, però, bisogna prendere atto con un fare inevitabile che ad un poliziotto penitenziario spetta un’unica uniforme operativa garantita per 50 lavaggi come se un qualunque capo di abbigliamento potesse essere indossato per almeno una settimana consecutivamente! Se è corretto eseguire un monitoraggio immediato delle giacenze nei magazzini per la manifesta idiosincrasia in seno all’Amministrazione è, oltremodo, necessario garantire stabilmente la presenza della figura del magazziniere in ogni istituto penitenziario l’unica interfaccia attiva con il corrispondente Provveditorato Regionale ed il SADAV. Se è pur vero che talvolta le parole ne nascondo altre c’è sempre un dopo che, prima o poi, ti spiega il prima. A noi non resta che fidarci, con legittima e comprensibile titubanza.
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Commissione per la formulazione di pareri in ordine alla qualità ed alla funzionalità del vestiario, ex art. 26, comma 2, D.P.R. 395/1995 – ALCUNE CONSIDERAZIONI SENZA FRONZOLI
Egregio Sig. Sottosegretario,
per Sua espressa volontà l’Amministrazione Penitenziaria ha convocato la predetta Commissione dopo uno stallo quasi decennale, certamente indecente.
Ciò che non abbiamo compreso, in un’algida elencazione di numeri come se fosse un esercizio di prossemica da parte dell’Amministrazione, è se ritenere in giacenza al Servizio per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’armamento e del vestiario per il Corpo di polizia penitenziaria (S.A.D.A.V.) n. 40538 uniformi ordinarie invernali maschili (al 5 giugno 2023) ed altre n. 9285 ai PRAP dei numeri più o meno significativi, più o meno clamorosi. Non meno emblematico il dato sul vestiario invernale delle donne in divisa: n. 8634 in giacenza al
SADAV (con identico periodo di riferimento) e altre n. 1546 in giacenza ai PRAP.
Meno che mai è comprensibile come sia possibile avere in magazzino n. 12760 uniformi operative maschili e, allo stesso tempo, aver preso atto che la Direzione generale per la gestione dei beni, dei servizi e degli interventi in materia di edilizia penitenziaria del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato la gara necessaria all’acquisizione di n. 900 uniformi operative estive (maschili e femminili) per il personale del Corpo “relativamente alla carenza di taglie più comuni che risultano in alcuni casi addirittura assenti e che necessitano di immediata integrazione”.
Per il concorso pubblico, per esame e titoli, a complessivi n. 1713 (1028 uomini; 685 donne) allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria, indetto con P.D.G. 8 marzo 2023, che dovrebbe prendere le mosse entro la fine dell’anno, evenienza probabilmente remota, si dovranno fare i salti mortali per vestire in maniera adorna i reclutati.
Ciò che noi non riusciamo a comprendere è se abbiamo molto o molto poco: Shakespeare scriveva che “si soffre molto per il poco e gustiamo poco il molto che abbiamo”!
Le giacenze nei magazzini, al centro come in periferia, sono onestamente fuorvianti.
Eppure la Direzione Generale del Personale e della Formazione di allora, poco più di nove anni fa, ebbe modo di realizzare un sistema informatizzato per la gestione del materiale del magazzino vestiario per il Corpo di polizia penitenziaria interessando i tre livelli organizzativi dell’Amministrazione: il Dipartimento, i Provveditorati Regionali ed i singoli istituti penitenziari.
Se lo scopo è stato quello di automatizzare l’inventario di magazzino del SADAV per il materiale già giacente e per quello di nuovo acquisto anche per disciplinare la distribuzione tra le varie periferie interessate come è possibile, ora, leggere quei dati, quei report in così decisa controtendenza?
Dal vestiario alle scarpe la conta è impietosa, con una Amministrazione che pare distratta o forse considera di poco rilievo il disagio del personale, di quello che lavora nelle carceri della Nazione.
Abbiamo una significativa giacenza in magazzino ed altre n. 13000 uniformi maschili e femminili sono al vaglio del collaudo poi, però, bisogna prendere atto con un fare inevitabile che ad un poliziotto penitenziario spetta un’unica uniforme operativa garantita per 50 lavaggi come se un qualunque capo di abbigliamento potesse essere indossato per almeno una settimana consecutivamente!
Se è corretto eseguire un monitoraggio immediato delle giacenze nei magazzini per la manifesta idiosincrasia in seno all’Amministrazione è, oltremodo, necessario garantire stabilmente la presenza della figura del magazziniere in ogni istituto penitenziario l’unica interfaccia attiva con il corrispondente Provveditorato Regionale ed il SADAV.
Se è pur vero che talvolta le parole ne nascondo altre c’è sempre un dopo che, prima o poi, ti spiega il prima.
A noi non resta che fidarci, con legittima e comprensibile titubanza.
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