Ill.mo Onorevole, Egregio Presidente, come è noto, con recente atto dell’ex capo DAP – Pres. Petralia – l’ubicazione logistica della Banda del Corpo è stata trasferita dalla SFAPP di Portici a quella di Roma; un trasferimento che seppur necessario e ufficialmente disposto, fatica a concretizzarsi per tutte una serie di ragioni sulle quali siamo certi l’Amministrazione scioglierà le riserve progettuali. È inopinabile come la storica ubicazione campana sia sempre stata carente sotto il profilo di locali idonei alle esigenze del Complesso Bandistico; criticità ampiamente palesate negli anni da tutti i protagonisti istituzionali coinvolti. Giova al ragionamento ricostruire, seppur sinteticamente, alcuni passaggi cruciali. In ragione dell’evidente inidoneità dei locali, con nota del 2015 è stata richiesta una Rilevazione Acustica da parte di ingegneri esperti in materia, con contestuale sospensione delle prove musicali, fino a conclusione della stessa, al fine di evitare possibili e probabili danni all’udito dei musicisti. La verifica acustica, effettuata nel febbraio 2016 da tecnici specializzati, incaricati dalla Direzione della Scuola di Portici, ha messo in luce che la Sala Musica poteva essere utilizzata per un massimo di 30 minuti al giorno, un totale di 2h e 30 minuti settimanali (massimo settimanale 1h per le prove a sezione e 1h e 30’ per le prove d’insieme) per scongiurare danni gravi e permanenti all’apparato uditivo di tutto il personale impiegato con mansioni di orchestrale (da precisare che esistono alcuni orchestrali con causa di servizio riconosciuta per “Ipoacusia neurosensoriale bilaterale” ed altre patologie simili), del maestro direttore e del maestro vice direttore. A seguito dell’ufficializzazione del “Documento di valutazione rischio di esposizione al rumore”, dal 7 aprile 2016 a tutt’oggi, sono state rispettate tutte le disposizioni fornite, limitando l’utilizzo della sala prove a soli 30 minuti giornalieri, ovvero ore 2 ½ settimanali, a fronte del previsto orario di servizio che consta di 36 ore nella settimana. Va evidenziato che seppur il polo formativo di Portici sarà oggetto di un generale piano di intervento di ristrutturazione, non pare vi sia in programma la realizzazione di lavori volti alla creazione di spazi con caratteristiche tecniche specifiche in funzione delle peculiari esigenze della Banda musicale. Alle medesime conclusioni di inadeguatezza è giunto anche l’Ispettorato Generale incaricato nel 2016 dal Ministro della Giustizia di espletare apposita inchiesta amministrativa. Sono questi gli antefatti sottesi all’individuazione della Scuola “G. Falcone” di Roma, come sede idonea per il Complesso Bandistico. Addirittura fu disposto l’impiego per gli alloggi, dell’intera “palazzina 16”, all’epoca (2017) in disuso, favorendo la necessaria autonomia agli orchestrali. Nel dicembre 2018 furono effettuate “Prove Fonometriche” presso l’Aula Magna che diedero esito positivo all’idoneità della stessa. Nel 2019 dopo alcuni sopralluoghi, alla presenza del Maestro Direttore si decise di installare una parete in legno con funzione di “cassa di risonanza” al fine di migliorare ulteriormente la propagazione delle vibrazioni. Nello stesso anno l’Amministrazione dispose il ripristino della Palazzina 16, completa di arredi, pronta ad ospitare gli orchestrali. Su tale ultimo punto oggi paiono emergere sviluppi diversi circa la disponibilità degli spazi (e non in relazione alla loro adeguatezza); argomento sul quale si auspica un intervento risolutorio da parte dell’Amministrazione Centrale. Come emerge dalla ricostruzione di cui sopra, la questione della Banda sembra ormai assurgere alla qualifica di “caso” che si inscrive in un arco temporale molto ampio – parliamo già di 7 anni! Alla luce di tutto ciò, appare lecito chiedersi fin quando durerà questo stato di immobilismo rispetto alle disposizioni emanate con apposito PCD, considerate anche le imminenti manifestazioni istituzionali. Per quanto ancora si lasceranno decine di persone in servizio in una struttura fatiscente e non idonea all’espletamento del compito demandato (si rammenta che gli stessi non possono suonare per più di una manciata di minuti al giorno), lasciando in abbandono un parco strumenti del valore di mezzo milione di euro circa? Ed ancora ci si chiede a che punto sia l’iter di abrogazione della della Legge n. 172/17 (conversione del DL n. 148/17 relativo alla “riduzione organica della banda musicale del Corpo di polizia penitenziaria”), a seguito della richiesta di parere al Ministero della Giustizia, da parte del Capo DAP pro tempore, essendo un atto altamente discriminatorio considerato che gli altri Corpi vantano Complessi Bandistici di 103 elementi, contornati da varie Fanfare ben più numerose dei 55 elementi previsti per la Polizia Penitenziaria. Nello scenario su descritto è evidente l’urgenza di prese di posizioni chiare da parte del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria su un nodo irrisolto, sul quale da troppo tempo campeggiano le orme dell’incertezza.
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Complesso bandistico del Corpo di Polizia Penitenziaria – Sollecitazione determinazioni
Ill.mo Onorevole, Egregio Presidente,
come è noto, con recente atto dell’ex capo DAP – Pres. Petralia – l’ubicazione logistica della Banda del Corpo è stata trasferita dalla SFAPP di Portici a quella di Roma; un trasferimento che seppur necessario e ufficialmente disposto, fatica a concretizzarsi per tutte una serie di ragioni sulle quali siamo certi l’Amministrazione scioglierà le riserve progettuali.
È inopinabile come la storica ubicazione campana sia sempre stata carente sotto il profilo di locali idonei alle esigenze del Complesso Bandistico; criticità ampiamente palesate negli anni da tutti i protagonisti istituzionali coinvolti.
Giova al ragionamento ricostruire, seppur sinteticamente, alcuni passaggi cruciali.
In ragione dell’evidente inidoneità dei locali, con nota del 2015 è stata richiesta una Rilevazione Acustica da parte di ingegneri esperti in materia, con contestuale sospensione delle prove musicali, fino a conclusione della stessa, al fine di evitare possibili e probabili danni all’udito dei musicisti.
La verifica acustica, effettuata nel febbraio 2016 da tecnici specializzati, incaricati dalla Direzione della Scuola di Portici, ha messo in luce che la Sala Musica poteva essere utilizzata per un massimo di 30 minuti al giorno, un totale di 2h e 30 minuti settimanali (massimo settimanale 1h per le prove a sezione e 1h e 30’ per le prove d’insieme) per scongiurare danni gravi e permanenti all’apparato uditivo di tutto il personale impiegato con mansioni di orchestrale (da precisare che esistono alcuni orchestrali con causa di servizio riconosciuta per “Ipoacusia neurosensoriale bilaterale” ed altre patologie simili), del maestro direttore e del maestro vice direttore.
A seguito dell’ufficializzazione del “Documento di valutazione rischio di esposizione al rumore”, dal 7 aprile 2016 a tutt’oggi, sono state rispettate tutte le disposizioni fornite, limitando l’utilizzo della sala prove a soli 30 minuti giornalieri, ovvero ore 2 ½ settimanali, a fronte del previsto orario di servizio che consta di 36 ore nella settimana.
Va evidenziato che seppur il polo formativo di Portici sarà oggetto di un generale piano di intervento di ristrutturazione, non pare vi sia in programma la realizzazione di lavori volti alla creazione di spazi con caratteristiche tecniche specifiche in funzione delle peculiari esigenze della Banda musicale.
Alle medesime conclusioni di inadeguatezza è giunto anche l’Ispettorato Generale incaricato nel 2016 dal Ministro della Giustizia di espletare apposita inchiesta amministrativa.
Sono questi gli antefatti sottesi all’individuazione della Scuola “G. Falcone” di Roma, come sede idonea per il Complesso Bandistico. Addirittura fu disposto l’impiego per gli alloggi, dell’intera “palazzina 16”, all’epoca (2017) in disuso, favorendo la necessaria autonomia agli orchestrali.
Nel dicembre 2018 furono effettuate “Prove Fonometriche” presso l’Aula Magna che diedero esito positivo all’idoneità della stessa.
Nel 2019 dopo alcuni sopralluoghi, alla presenza del Maestro Direttore si decise di installare una parete in legno con funzione di “cassa di risonanza” al fine di migliorare ulteriormente la propagazione delle vibrazioni.
Nello stesso anno l’Amministrazione dispose il ripristino della Palazzina 16, completa di arredi, pronta ad ospitare gli orchestrali.
Su tale ultimo punto oggi paiono emergere sviluppi diversi circa la disponibilità degli spazi (e non in relazione alla loro adeguatezza); argomento sul quale si auspica un intervento risolutorio da parte dell’Amministrazione Centrale.
Come emerge dalla ricostruzione di cui sopra, la questione della Banda sembra ormai assurgere alla qualifica di “caso” che si inscrive in un arco temporale molto ampio – parliamo già di 7 anni!
Alla luce di tutto ciò, appare lecito chiedersi fin quando durerà questo stato di immobilismo rispetto alle disposizioni emanate con apposito PCD, considerate anche le imminenti manifestazioni istituzionali.
Per quanto ancora si lasceranno decine di persone in servizio in una struttura fatiscente e non idonea all’espletamento del compito demandato (si rammenta che gli stessi non possono suonare per più di una manciata di minuti al giorno), lasciando in abbandono un parco strumenti del valore di mezzo milione di euro circa?
Ed ancora ci si chiede a che punto sia l’iter di abrogazione della della Legge n. 172/17 (conversione del DL n. 148/17 relativo alla “riduzione organica della banda musicale del Corpo di polizia penitenziaria”), a seguito della richiesta di parere al Ministero della Giustizia, da parte del Capo DAP pro tempore, essendo un atto altamente discriminatorio considerato che gli altri Corpi vantano Complessi Bandistici di 103 elementi, contornati da varie Fanfare ben più numerose dei 55 elementi previsti per la Polizia Penitenziaria.
Nello scenario su descritto è evidente l’urgenza di prese di posizioni chiare da parte del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria su un nodo irrisolto, sul quale da troppo tempo campeggiano le orme dell’incertezza.
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