Illustrissimi Sono note le reazioni di malcontento generale che si sono generate a seguito della diffusione del piano di distribuzione nelle scuole di formazione degli aspiranti vice ispettori. Il coinvolgimento a scartamento ridotto della scuola di Roma (strategica per la sua centralità e per essere il polo formativo di riferimento di una cospicua parte del centro sud) ha prodotto effetti a cascata anche sulla distribuzione presso le altre scuole, producendo quale effetto finale l’invio di corsisti anche a 900 km di distanza dalla sede di servizio. Ben si comprenderanno le difficoltà che una tale scelta ha generato, seppur compiuta utilizzando criteri certi che hanno di fatto azzerato la discrezionalità dell’Amministrazione sul punto. Il risultato finale, accompagnato ad una rigidità che – contrariamente ai corsi passati – l’Amministrazione sta dimostrando in merito alla mobilità in fase di assegnazione, pare rispondere ad un generale disegno dissuasivo, tanto che le paventate rinunce di massa non stanno (come invece sarebbe doveroso) inducendo l’amministrazione a più miti consigli. L’indisponibilità della SFAP capitolina era già nota da qualche settimana; percorrere l’ipotesi di far slittare l’avvio del corso di un solo quadrimestre, destinando nelle future programmazioni didattiche generali la sede di via di brava ad una consistente aliquota dei 691 avrebbe costituito un ragionevole compromesso fra le esigenze dell’Amministrazione e quella del proprio personale, che vanta per lo più – giova ricordarlo – una importante anzianità sia anagrafica che di servizio. Serve a questo punto un ragionamento più centrato e lungimirante, soprattutto al fine di non vanificare la procedura concorsuale; un ragionamento magari condiviso con le Organizzazioni Sindacali, che consenta la “quadratura del cerchio”, analizzando tutte le possibili strade che consentano al personale, già in possesso di un prezioso patrimonio di esperienza sul campo, di realizzare la legittima ambizione della progressione in carriera voluta dal riordino.
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Concorso 691 vice ispettori di polizia penitenziaria – analisi delle difficoltà logistiche – riflessione su possibile slittamento
Illustrissimi
Sono note le reazioni di malcontento generale che si sono generate a seguito della diffusione del piano di distribuzione nelle scuole di formazione degli aspiranti vice ispettori.
Il coinvolgimento a scartamento ridotto della scuola di Roma (strategica per la sua centralità e per essere il polo formativo di riferimento di una cospicua parte del centro sud) ha prodotto effetti a cascata anche sulla distribuzione presso le altre scuole, producendo quale effetto finale l’invio di corsisti anche a 900 km di distanza dalla sede di servizio.
Ben si comprenderanno le difficoltà che una tale scelta ha generato, seppur compiuta utilizzando criteri certi che hanno di fatto azzerato la discrezionalità dell’Amministrazione sul punto.
Il risultato finale, accompagnato ad una rigidità che – contrariamente ai corsi passati – l’Amministrazione sta dimostrando in merito alla mobilità in fase di assegnazione, pare rispondere ad un generale disegno dissuasivo, tanto che le paventate rinunce di massa non stanno (come invece sarebbe doveroso) inducendo l’amministrazione a più miti consigli.
L’indisponibilità della SFAP capitolina era già nota da qualche settimana; percorrere l’ipotesi di far slittare l’avvio del corso di un solo quadrimestre, destinando nelle future programmazioni didattiche generali la sede di via di brava ad una consistente aliquota dei 691 avrebbe costituito un ragionevole compromesso fra le esigenze dell’Amministrazione e quella del proprio personale, che vanta per lo più – giova ricordarlo – una importante anzianità sia anagrafica che di servizio.
Serve a questo punto un ragionamento più centrato e lungimirante, soprattutto al fine di non vanificare la procedura concorsuale; un ragionamento magari condiviso con le Organizzazioni Sindacali, che consenta la “quadratura del cerchio”, analizzando tutte le possibili strade che consentano al personale, già in possesso di un prezioso patrimonio di esperienza sul campo, di realizzare la legittima ambizione della progressione in carriera voluta dal riordino.
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