è stato un brutto fine settimana, quello appena trascorso, per i penitenziari di San Remo e di Genova Marassi, entrambi interessati da disordini di rilevante entità. Nel primo caso, si è assistito ad una forma di rivolta attuata in un reparto detentivo che ha condotto all’intossicazione di alcune unità di polizia penitenziaria, intervenute per ripristinare l’ordine. Nel secondo caso, il disordine si è verificato nel corso di uno spettacolo teatrale realizzato nel penitenziario di Marassi. Oltre 140 le persone presenti, compresa gente proveniente dall’esterno. Ancora da chiarire i motivi della rissa. Se l’attività teatrale avrebbe dovuto costituire un momento ludico ma rieducativo, il disordine che ne è scaturito certifica il fallimento di un sistema che evidentemente non viene colto dalla popolazione detenuta nel medesimo senso.
Troppe volte il penitenziario di Marassi è stato interessato da disordini e già in altre occasioni questa Organizzazione Sindacale ha richiesto un avvicendamento al vertice, senza ottenere positive risposte. Né si è apprezzato nel tempo un intervento deciso e fermo da parte del Provveditore del distretto, forse troppo distante dalle problematiche liguri. Ciò di cui la Liguria ha bisogno è un vero e proprio ripensamento dell’approccio all’esecuzione della pena, ritenuta oggi eccessivamente trattamentale ma poco efficace sotto il profilo della rieducazione. Sul punto si è apprezzato il solerte intervento dipartimentale che, in linea con gli orientamenti prospettati nell’incontro sul fenomeno aggressivo, ha disposto l’allontanamento dei facinorosi al di fuori dei confini regionali. Ma questo è solo il primo passo. Serve di più; serve dare un segnale diverso, specialmente in quegli Istituti più difficili e spesso teatro di disordini. Servono delle direttive che vadano probabilmente in senso diametralmente opposto alle filosofie attuate sino ad ora e che – con tutta evidenza – non hanno dimostrato una buona risposta in termine di gestione. Per questi motivi, voglia in tal senso intervenire codesto Vertice, ripristinando anche in Liguria quel sereno clima ove la polizia penitenziaria possa svolgere serenamente il proprio compito. Si resta in attesa di un cortese e solerte cenno di riscontro.
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Fine settimana di Disordini nei penitenziari di Genova Marassi e San Remo. Ripensamento della politica di gestione della popolazione detenuta
Egr. Presidente,
è stato un brutto fine settimana, quello appena trascorso, per i penitenziari di San Remo e di Genova Marassi, entrambi interessati da disordini di rilevante entità. Nel primo caso, si è assistito ad una forma di rivolta attuata in un reparto detentivo che ha condotto all’intossicazione di alcune unità di polizia penitenziaria, intervenute per ripristinare l’ordine. Nel secondo caso, il disordine si è verificato nel corso di uno spettacolo teatrale realizzato nel penitenziario di Marassi. Oltre 140 le persone presenti, compresa gente proveniente dall’esterno. Ancora da chiarire i motivi della rissa. Se l’attività teatrale avrebbe dovuto costituire un momento ludico ma rieducativo, il disordine che ne è scaturito certifica il fallimento di un sistema che evidentemente non viene colto dalla popolazione detenuta nel medesimo senso.
Troppe volte il penitenziario di Marassi è stato interessato da disordini e già in altre occasioni questa Organizzazione Sindacale ha richiesto un avvicendamento al vertice, senza ottenere positive risposte. Né si è apprezzato nel tempo un intervento deciso e fermo da parte del Provveditore del distretto, forse troppo distante dalle problematiche liguri. Ciò di cui la Liguria ha bisogno è un vero e proprio ripensamento dell’approccio all’esecuzione della pena, ritenuta oggi eccessivamente trattamentale ma poco efficace sotto il profilo della rieducazione. Sul punto si è apprezzato il solerte intervento dipartimentale che, in linea con gli orientamenti prospettati nell’incontro sul fenomeno aggressivo, ha disposto l’allontanamento dei facinorosi al di fuori dei confini regionali. Ma questo è solo il primo passo. Serve di più; serve dare un segnale diverso, specialmente in quegli Istituti più difficili e spesso teatro di disordini. Servono delle direttive che vadano probabilmente in senso diametralmente opposto alle filosofie attuate sino ad ora e che – con tutta evidenza – non hanno dimostrato una buona risposta in termine di gestione. Per questi motivi, voglia in tal senso intervenire codesto Vertice, ripristinando anche in Liguria quel sereno clima ove la polizia penitenziaria possa svolgere serenamente il proprio compito. Si resta in attesa di un cortese e solerte cenno di riscontro.
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