Egr. Sig. Direttore,
il Si.N.A.P.Pe, sindacato maggiormente rappresentativo a livello locale presso la
II^ Casa di Reclusione di Milano Bollate, con circa 200 iscritti, si sente in dovere di
rappresentare a codesta Autorità una situazione a dir poco allarmante che merita
di essere attenzionata ed opportunamente chiarita onde evitare di alimentare un
già palpabile malessere che inevitabilmente genera un’evidente disorientamento
tra il personale di Polizia Penitenziaria che quotidianamente adempie i propri
compiti istituzionali, sopperendo alle enormi criticità conseguenti alla gravissima
carenza di personale, con una consolidata professionalità ed un forte quanto
meritorio spirito di abnegazione.
Con la presente pertanto rimettiamo all’attenzione della S.V. per quanto di
competenza, una delicata questione che sta investendo numerosi responsabili di
Unità Operative presso la struttura penitenziaria da Lei diretta (Area Esterna –
Reparto Femminile – Sorveglianza Generale – Reparto Infermeria – Terzo Reparto
– Sicurezza Area Trattamentale).
Ciò non solo perché si garantiscano al predetto personale procedure
legittimamente previste dalla vigente normativa in relazione ad attività di servizio,
quant’anche a tutela della professionalità e dell’immagine della Polizia
Penitenziaria operante presso l’istituto di cui trattasi.
La scrivente O.S. ha già scritto sul reparto femminile e sul terzo reparto, pertanto
con riferimento alla nota meglio specificato in oggetto, la presente intende
chiedere la motivazione per cui la S.V. contribuisce a creare un clima lavorativo
poco sereno all’interno dell’Unità Operativa Sicurezza Area Trattamentale,
coinvolgendo sia gli operatori di polizia che il personale del comparto ministero.
Nel caso specifico, tutto sarebbe scaturito dal fatto che la S.V. nel mese di maggio
2016 avrebbe richiesto chiarimenti al Responsabile dell’Unità Operativa Sicurezza
Area Trattamentale sull’andamento della suddetta area.
Ciò avveniva in seguito ad un evento spiacevole accaduto in data 28 aprile 2016 e
che ha coinvolto alcuni operatori di polizia penitenziaria e del comparto ministero,
vicenda che si concludeva con l’invio di una denuncia all’Autorità Giudiziaria di
competenza a carico di un educatore.
Non volendo assolutamente alimentare altre polemiche sull’inerzia palesemente
dimostrata dalla S.V. nella vicenda sopradescritta, desiderando solo sottolineare
che vi erano DA TEMPO numerose relazioni da parte sia del personale di polizia
penitenziaria che del Responsabile della suddetta area, e nonostante ciò, in qualità
di Dirigente dell’istituto non era mai intervenuto, sottovalutando la vicenda. Il suddetto responsabile aveva infatti debitamente rappresentato che l’evento del
28 aprile 2016, altro non era che l’epilogo, concausa di altri spiacevoli episodi che,
se prima venivano tollerati e ricomposti in modo bonario, sarebbero stati
formalmente portati a conoscenza dei superiori gerarchici.
Il Personale di Polizia Penitenziaria coinvolto, in merito, ha chiaramente
manifestato l’amarezza con cui la S.V. ha gestito tale vicenda, ritenendo di non
essere stato per nulla tutelato all’interno dell’ambiente lavorativo, ma questo lei
già lo sa perfettamente.
In quell’occasione, la S.V. aveva avuto pure la premura di evidenziava al suddetto
responsabile, il costante mancato rispetto dell’orario di apertura e di chiusura
degli Uffici che come dal P.I.L. deve osservare un determinato orario, attesa la
delicatezza dei comiti trattati, la specificità e l’importanza dell’area, nonché al fine
di evitare e prevenire situazioni pregiudizievoli, ha richiesto ed ottenuto dal
responsabile una chiara e dettagliata relazione in merito all’andamento del settore.
Il responsabile della suddetta Unità Operativa avrebbe relazionato, comunicando
alla S.V. che nell’ambito della programmazione mensile entro cui sviluppare
l’orario d’obbligo settimanale, dovendo garantire, efficienza, efficacia,
tempestività e trasparenza dell’azione amministrativa per un’organizzazione più
funzionale dei servizi, avrebbe sempre coperto i turni di servizio garantendo
l’apertura e chiusura non solo dell’Ufficio Segreteria Tecnica ma di tutta l’area.
La disfunzione del mancato rispetto dell’orario di apertura e di chiusura dell’Ufficio
Segreteria Tecnica, sarebbe esclusivamente da addebitare al modus operandi
attuato dalla S.V. (VIVI E LASCIA VIVERE), nonché ad alcuni superiori gerarchici
addomesticati, che seguono la sua stessa linea politica, che al contrario del
suddetto responsabile, hanno sempre acconsentito a variazioni di turni di servizio
del personale senza che ci fosse la dovuta copertura, creando di conseguenza la
disfunzione lamentata dal personale del comporto ministero, peraltro tutt’ora
esistente.
Giunge infatti notizia che nonostante le numerose relazioni di servizio del suddetto
responsabile circa la sistematica chiusura della Segreteria Tecnica nel turno
pomeridiano (13.00/19.00) anche di questa settimana, non è stata garantita la
copertura del turno pomeridiano che ha comportato la chiusura anticipata del
suddetto ufficio, creando disservizio e forte malcontento da parte del personale
del comparto ministero.
Guarda caso, proprio nella giornata del 24/11/2016, un’unita di polizia
penitenziaria assegnata presso l’Ufficio Segreteria Tecnica, solito ad avere
l’abitudine di presentarsi la mattina in sevizio nonostante fosse stato comandato
per la copertura del turno pomeridiano, la S.V., nonostante il parere negativo del
responsabile che non ha voluto cambiare il turno al suddetto dipendente per non creare disservizio, ha ritenuto di dover autorizzare il cambio turno, perseverando
ad alimentare il disservizio da Lei lamentato nella richiesta di chiarimenti
(complimenti per la coerenza!!!!) nonché sminuire la figura del suddetto
Responsabile facendolo passare per il cattivo di turno e non per colui il quale ha
fatto il proprio dovere (LEI E’ SEMPRE IL BUONO E GLI ALTRI CHE FANNO SOLO IL
PROPRIO DOVERE SONO I CATTIVI – COMPLIMENTI!!!!!).
Quanto denunciato, che se confermato, sarebbe di gravità inaudita ed,
inevitabilmente, porrebbe forti interrogativi anche sulla gestione operativa ed
amministrativa dell’istituto, merita evidentemente urgentissimi approfondimenti,
verifiche e consequenziali interventi finalizzati al rispetto delle normative vigenti.
Sig. Direttore, per lei va tutto bene finché non succede nulla, poi se c’è un evento
critico, allora si cerca subito un capro espiatore per addossargli la colpa.
Vogliamo pertanto farle notare che ogni regola che esiste oggi in una struttura
penitenziaria è stata creata con uno scopo specifico.
Talvolta, con il passare degli anni, ci si dimentica del perché tale regola era stata
creata e quindi si continuano a svolgere delle attività senza che queste arrivino
necessariamente a realizzare lo scopo per il quale la regola stessa era stata portata
in esistenza.
Cosa vogliamo farle comprendere, semplice, che il compito principale di un
responsabile è quello di realizzare gli scopi per i quali la sua funzione è stata
originariamente creata e non certo per disattenderla, trasformando tutto in una
problematica, e generando come nel caso di specie, astio e tensione negli
operatori.
Per concludere, tutto bene, se, sino ad oggi nei colleghi che rappresentiamo è
prevalso il buon senso, la pazienza, il senso di responsabilità e la professionalità,
oggi non è più così, la rabbia ed il malessere sono troppo forti ed in assenza di
iniziative al riguardo questa O.S. è pronta ad attuare pacifiche ma eclatanti
manifestazioni di protesta, nel caso in cui non ci sarà una inversione di tendenza.
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II CASA DI RECLUSIONE DI MILANO BOLLATE – Incoerenza nella gestione del personale di Polizia Penitenziaria
Egr. Sig. Direttore,
il Si.N.A.P.Pe, sindacato maggiormente rappresentativo a livello locale presso la
II^ Casa di Reclusione di Milano Bollate, con circa 200 iscritti, si sente in dovere di
rappresentare a codesta Autorità una situazione a dir poco allarmante che merita
di essere attenzionata ed opportunamente chiarita onde evitare di alimentare un
già palpabile malessere che inevitabilmente genera un’evidente disorientamento
tra il personale di Polizia Penitenziaria che quotidianamente adempie i propri
compiti istituzionali, sopperendo alle enormi criticità conseguenti alla gravissima
carenza di personale, con una consolidata professionalità ed un forte quanto
meritorio spirito di abnegazione.
Con la presente pertanto rimettiamo all’attenzione della S.V. per quanto di
competenza, una delicata questione che sta investendo numerosi responsabili di
Unità Operative presso la struttura penitenziaria da Lei diretta (Area Esterna –
Reparto Femminile – Sorveglianza Generale – Reparto Infermeria – Terzo Reparto
– Sicurezza Area Trattamentale).
Ciò non solo perché si garantiscano al predetto personale procedure
legittimamente previste dalla vigente normativa in relazione ad attività di servizio,
quant’anche a tutela della professionalità e dell’immagine della Polizia
Penitenziaria operante presso l’istituto di cui trattasi.
La scrivente O.S. ha già scritto sul reparto femminile e sul terzo reparto, pertanto
con riferimento alla nota meglio specificato in oggetto, la presente intende
chiedere la motivazione per cui la S.V. contribuisce a creare un clima lavorativo
poco sereno all’interno dell’Unità Operativa Sicurezza Area Trattamentale,
coinvolgendo sia gli operatori di polizia che il personale del comparto ministero.
Nel caso specifico, tutto sarebbe scaturito dal fatto che la S.V. nel mese di maggio
2016 avrebbe richiesto chiarimenti al Responsabile dell’Unità Operativa Sicurezza
Area Trattamentale sull’andamento della suddetta area.
Ciò avveniva in seguito ad un evento spiacevole accaduto in data 28 aprile 2016 e
che ha coinvolto alcuni operatori di polizia penitenziaria e del comparto ministero,
vicenda che si concludeva con l’invio di una denuncia all’Autorità Giudiziaria di
competenza a carico di un educatore.
Non volendo assolutamente alimentare altre polemiche sull’inerzia palesemente
dimostrata dalla S.V. nella vicenda sopradescritta, desiderando solo sottolineare
che vi erano DA TEMPO numerose relazioni da parte sia del personale di polizia
penitenziaria che del Responsabile della suddetta area, e nonostante ciò, in qualità
di Dirigente dell’istituto non era mai intervenuto, sottovalutando la vicenda. Il suddetto responsabile aveva infatti debitamente rappresentato che l’evento del
28 aprile 2016, altro non era che l’epilogo, concausa di altri spiacevoli episodi che,
se prima venivano tollerati e ricomposti in modo bonario, sarebbero stati
formalmente portati a conoscenza dei superiori gerarchici.
Il Personale di Polizia Penitenziaria coinvolto, in merito, ha chiaramente
manifestato l’amarezza con cui la S.V. ha gestito tale vicenda, ritenendo di non
essere stato per nulla tutelato all’interno dell’ambiente lavorativo, ma questo lei
già lo sa perfettamente.
In quell’occasione, la S.V. aveva avuto pure la premura di evidenziava al suddetto
responsabile, il costante mancato rispetto dell’orario di apertura e di chiusura
degli Uffici che come dal P.I.L. deve osservare un determinato orario, attesa la
delicatezza dei comiti trattati, la specificità e l’importanza dell’area, nonché al fine
di evitare e prevenire situazioni pregiudizievoli, ha richiesto ed ottenuto dal
responsabile una chiara e dettagliata relazione in merito all’andamento del settore.
Il responsabile della suddetta Unità Operativa avrebbe relazionato, comunicando
alla S.V. che nell’ambito della programmazione mensile entro cui sviluppare
l’orario d’obbligo settimanale, dovendo garantire, efficienza, efficacia,
tempestività e trasparenza dell’azione amministrativa per un’organizzazione più
funzionale dei servizi, avrebbe sempre coperto i turni di servizio garantendo
l’apertura e chiusura non solo dell’Ufficio Segreteria Tecnica ma di tutta l’area.
La disfunzione del mancato rispetto dell’orario di apertura e di chiusura dell’Ufficio
Segreteria Tecnica, sarebbe esclusivamente da addebitare al modus operandi
attuato dalla S.V. (VIVI E LASCIA VIVERE), nonché ad alcuni superiori gerarchici
addomesticati, che seguono la sua stessa linea politica, che al contrario del
suddetto responsabile, hanno sempre acconsentito a variazioni di turni di servizio
del personale senza che ci fosse la dovuta copertura, creando di conseguenza la
disfunzione lamentata dal personale del comporto ministero, peraltro tutt’ora
esistente.
Giunge infatti notizia che nonostante le numerose relazioni di servizio del suddetto
responsabile circa la sistematica chiusura della Segreteria Tecnica nel turno
pomeridiano (13.00/19.00) anche di questa settimana, non è stata garantita la
copertura del turno pomeridiano che ha comportato la chiusura anticipata del
suddetto ufficio, creando disservizio e forte malcontento da parte del personale
del comparto ministero.
Guarda caso, proprio nella giornata del 24/11/2016, un’unita di polizia
penitenziaria assegnata presso l’Ufficio Segreteria Tecnica, solito ad avere
l’abitudine di presentarsi la mattina in sevizio nonostante fosse stato comandato
per la copertura del turno pomeridiano, la S.V., nonostante il parere negativo del
responsabile che non ha voluto cambiare il turno al suddetto dipendente per non creare disservizio, ha ritenuto di dover autorizzare il cambio turno, perseverando
ad alimentare il disservizio da Lei lamentato nella richiesta di chiarimenti
(complimenti per la coerenza!!!!) nonché sminuire la figura del suddetto
Responsabile facendolo passare per il cattivo di turno e non per colui il quale ha
fatto il proprio dovere (LEI E’ SEMPRE IL BUONO E GLI ALTRI CHE FANNO SOLO IL
PROPRIO DOVERE SONO I CATTIVI – COMPLIMENTI!!!!!).
Quanto denunciato, che se confermato, sarebbe di gravità inaudita ed,
inevitabilmente, porrebbe forti interrogativi anche sulla gestione operativa ed
amministrativa dell’istituto, merita evidentemente urgentissimi approfondimenti,
verifiche e consequenziali interventi finalizzati al rispetto delle normative vigenti.
Sig. Direttore, per lei va tutto bene finché non succede nulla, poi se c’è un evento
critico, allora si cerca subito un capro espiatore per addossargli la colpa.
Vogliamo pertanto farle notare che ogni regola che esiste oggi in una struttura
penitenziaria è stata creata con uno scopo specifico.
Talvolta, con il passare degli anni, ci si dimentica del perché tale regola era stata
creata e quindi si continuano a svolgere delle attività senza che queste arrivino
necessariamente a realizzare lo scopo per il quale la regola stessa era stata portata
in esistenza.
Cosa vogliamo farle comprendere, semplice, che il compito principale di un
responsabile è quello di realizzare gli scopi per i quali la sua funzione è stata
originariamente creata e non certo per disattenderla, trasformando tutto in una
problematica, e generando come nel caso di specie, astio e tensione negli
operatori.
Per concludere, tutto bene, se, sino ad oggi nei colleghi che rappresentiamo è
prevalso il buon senso, la pazienza, il senso di responsabilità e la professionalità,
oggi non è più così, la rabbia ed il malessere sono troppo forti ed in assenza di
iniziative al riguardo questa O.S. è pronta ad attuare pacifiche ma eclatanti
manifestazioni di protesta, nel caso in cui non ci sarà una inversione di tendenza.
NOTA SINAPPE DEL 26 NOVEMBRE 2016 – DIRETTORE C.R. BOLLATE – INCOERENZA – DISSERVIZI E CHIUSURA SEGRETERIA TECNICA – RICHIESTA CHIARIMENTI
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