Egr. Presidente
Per la data dello scorso 14 settembre, la direzione degli Istituti Penali di Parma ha convocato le Organizzazioni Sindacali per la discussione di una serie di punti all’ordine del giorno, fra cui l’emanazione di un interpello per l’individuazione di personale da assegnare al locale spaccio agenti. Già in data 21 aprile la medesima Direzione emanava apposito interpello per l’individuazione del gestore spaccio (il tutto senza
la doverosa compartecipazione delle Organizzazioni Sindacali).
Va specificato che, a fronte delle disposizioni impartite dalla stessa Amministrazione Centrale, il
servizio spaccio, inizialmente gestito dalla polizia penitenziaria, è stato esternalizzato e risulta ad oggi
gestito dalla cooperativa sociale “il ciottolo”.
Prendendo atto delle procedure di interpello avviate dal direttore degli Istituti Penali di Parma, questa
O.S. chiedeva legittima convocazione – trattandosi di materia assoggettata all’esame congiunto delle parti
come da espressa previsione del protocollo di intesa regionale. Nell’ultimo incontro si apprendeva
dell’esistenza della nota in epigrafe indirizzata dall’Ente Assistenza alla Direzione parmense da cui emerge
che a fronte di pregressa corrispondenza intercorsa fra gli stessi (assolutamente non partecipata alle
Organizzazioni Sindacali) il Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha deliberato “di non autorizzare per
l’avvenire l’esternalizzazione del servizio, indicando che ove se ne ravvisino le condizioni si potrà ricorrere
alla gestione diretta dello stesso (spaccio)”
La citata delibera, di cui non v’è traccia sul sito ufficiale dell’Ente, né è stata partecipata alle
Organizzazioni Sindacali pur riverberando i propri effetti all’interno dell’organizzazione del lavoro, appare
stridente rispetto alle disposizioni di caratura nazionale promananti dalla stessa autorità e diffuse con nota
GDAP_0176597-2011 a norma della quale “ferma restando la possibilità di continuare a rivolgersi alle
cooperative sociali per la gestione degli spacci, allo scopo di razionalizzare l’impiego del personale di
Polizia Penitenziaria, perché non venga distolto dai propri compiti istituzionali … le Direzioni che non
ritengano di stipulare convenzioni con cooperative sociali, dovranno indire apposite ricerche di mercato,
invitando almeno cinque ditte del settore, se presenti in tal numero, oppure, se l’appena indicata
circostanza non sussista o risulti ignota, pubblicando sul sito internet dell’Ente di Assistenza apposito
bando di procedura negoziata secondo l’unito fac-simile che dovrà essere completato in ogni sua parte
dalla Direzione, debitamente firmato, ed inviato a questo Ente”. La delibera del Consiglio di
Amministrazione dunque si pone quale radicale modifica delle procedure in essere, ma non è dato
comprendere se sia stata assunta unicamente in relazione alla vicenda di Parma, oppure abbia portata erga
omnes. Del pari non è dato comprendere per quale motivo la stessa delibera non abbia trovato identica
pubblicità rispetto alla disposizione del 2011.
Altro interrogativo scaturisce dalla lettura della corrispondenza in argomento in relazione all’inciso
“ove se ne ravvisino le condizioni”. Quali condizioni devono ravvisarsi perché si possa ritornare alla
gestione diretta del servizio? La carenza organica che nel caso di specie affligge gli Istituti Penali di Parma è
considerabile quale condizione sfavorevole per la gestione diretta del servizio?
Ora, se dal punto di vista del mancato coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali in violazione
delle previsioni del PIR è stata attivata apposita Commissione Arbitrale che avrà l’onere di entrare nel
merito della vicenda, dal punto di vista delle apparenti violazioni procedurali (scaturenti dall’unica lettera
circolare esistente del 2011 e mai revocata) dovrà esprimersi lo stesso Ente, che dovrà provvedere
all’emanazione di disposizioni univoche e chiare che aggiornino o rettifichino quelle che sono da
considerarsi vigenti.
Si chiede dunque a codesto Vertice, nella sua qualità di Presidente dell’Ente, di fare chiarezza sulla
vicenda, per gli immaginabili risvolti che la stessa produce sulle singole organizzazioni del lavoro
Si resta in attesa di urgente riscontro
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II.PP. DI PARMA – Gestione bar-spaccio – Cooperativa Sociale “il ciottolo” nota EAP 2111 del 23 marzo 2016
Egr. Presidente
Per la data dello scorso 14 settembre, la direzione degli Istituti Penali di Parma ha convocato le Organizzazioni Sindacali per la discussione di una serie di punti all’ordine del giorno, fra cui l’emanazione di un interpello per l’individuazione di personale da assegnare al locale spaccio agenti. Già in data 21 aprile la medesima Direzione emanava apposito interpello per l’individuazione del gestore spaccio (il tutto senza
la doverosa compartecipazione delle Organizzazioni Sindacali).
Va specificato che, a fronte delle disposizioni impartite dalla stessa Amministrazione Centrale, il
servizio spaccio, inizialmente gestito dalla polizia penitenziaria, è stato esternalizzato e risulta ad oggi
gestito dalla cooperativa sociale “il ciottolo”.
Prendendo atto delle procedure di interpello avviate dal direttore degli Istituti Penali di Parma, questa
O.S. chiedeva legittima convocazione – trattandosi di materia assoggettata all’esame congiunto delle parti
come da espressa previsione del protocollo di intesa regionale. Nell’ultimo incontro si apprendeva
dell’esistenza della nota in epigrafe indirizzata dall’Ente Assistenza alla Direzione parmense da cui emerge
che a fronte di pregressa corrispondenza intercorsa fra gli stessi (assolutamente non partecipata alle
Organizzazioni Sindacali) il Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha deliberato “di non autorizzare per
l’avvenire l’esternalizzazione del servizio, indicando che ove se ne ravvisino le condizioni si potrà ricorrere
alla gestione diretta dello stesso (spaccio)”
La citata delibera, di cui non v’è traccia sul sito ufficiale dell’Ente, né è stata partecipata alle
Organizzazioni Sindacali pur riverberando i propri effetti all’interno dell’organizzazione del lavoro, appare
stridente rispetto alle disposizioni di caratura nazionale promananti dalla stessa autorità e diffuse con nota
GDAP_0176597-2011 a norma della quale “ferma restando la possibilità di continuare a rivolgersi alle
cooperative sociali per la gestione degli spacci, allo scopo di razionalizzare l’impiego del personale di
Polizia Penitenziaria, perché non venga distolto dai propri compiti istituzionali … le Direzioni che non
ritengano di stipulare convenzioni con cooperative sociali, dovranno indire apposite ricerche di mercato,
invitando almeno cinque ditte del settore, se presenti in tal numero, oppure, se l’appena indicata
circostanza non sussista o risulti ignota, pubblicando sul sito internet dell’Ente di Assistenza apposito
bando di procedura negoziata secondo l’unito fac-simile che dovrà essere completato in ogni sua parte
dalla Direzione, debitamente firmato, ed inviato a questo Ente”. La delibera del Consiglio di
Amministrazione dunque si pone quale radicale modifica delle procedure in essere, ma non è dato
comprendere se sia stata assunta unicamente in relazione alla vicenda di Parma, oppure abbia portata erga
omnes. Del pari non è dato comprendere per quale motivo la stessa delibera non abbia trovato identica
pubblicità rispetto alla disposizione del 2011.
Altro interrogativo scaturisce dalla lettura della corrispondenza in argomento in relazione all’inciso
“ove se ne ravvisino le condizioni”. Quali condizioni devono ravvisarsi perché si possa ritornare alla
gestione diretta del servizio? La carenza organica che nel caso di specie affligge gli Istituti Penali di Parma è
considerabile quale condizione sfavorevole per la gestione diretta del servizio?
Ora, se dal punto di vista del mancato coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali in violazione
delle previsioni del PIR è stata attivata apposita Commissione Arbitrale che avrà l’onere di entrare nel
merito della vicenda, dal punto di vista delle apparenti violazioni procedurali (scaturenti dall’unica lettera
circolare esistente del 2011 e mai revocata) dovrà esprimersi lo stesso Ente, che dovrà provvedere
all’emanazione di disposizioni univoche e chiare che aggiornino o rettifichino quelle che sono da
considerarsi vigenti.
Si chiede dunque a codesto Vertice, nella sua qualità di Presidente dell’Ente, di fare chiarezza sulla
vicenda, per gli immaginabili risvolti che la stessa produce sulle singole organizzazioni del lavoro
Si resta in attesa di urgente riscontro
II.PP. DI PARMA – Gestione bar-spaccio
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