Egregio Provveditore,
gli II.PP. di Parma continuano a balzare agli onori della cronaca per una serie di episodi di
violenza ai danni del personale di polizia penitenziaria che stanno minando la serenità e la
sicurezza dei poliziotti in servizio, coscienti di rappresentare un facile bersaglio sia per il
ruolo ricoperto sia a causa della mutata filosofia gestionale in atto presso l’Istituto ducale.
Purtroppo il carcere di Parma è da sempre stato tra i più peculiari della penisola, ragion
per cui le linee di indirizzo per la gestione dei detenuti non potevano che essere
conseguenziali e particolarmente restrittive, se non accompagnate da progetti lavorativi e di
reinserimento adeguati.
Con l’avvento della sorveglianza dinamica e delle nuove modalità custodiali anche
l’Istituto ducale è stato interessato da una serie di innovazioni che ne stanno stravolgendo
l’originaria vocazione. Questa O.S., pur avendo sempre espresso il proprio favore
all’adozione delle nuove modalità custodiali, ha più volte fatto presente come, presso gli
II.PP. di Parma il personale non sia mai stato di fatto coinvolto (nemmeno per tramite delle
Organizzazioni Sindacali Territoriali) nei processi di rinnovamento, svestendo i panni dei
protagonisti attivi e finendo per esser relegati a meri esecutori di ordini derivanti da scelte
(a volte discutibili) assunte da chi di fatto non è deputato a gestire (e dunque conosce solo
de relato) la vita di sezione.
Abbiamo, ad esempio, dovuto affrontare le conseguenze di un’apertura indiscriminata dei
detenuti della Media Sicurezza, senza alcuna preliminare classificazione degli stessi, così
come previsto dalle vigenti circolari ministeriali in materia, e senza la necessaria
separazione tra detenuti comuni, 14 bis, con divieti d’incontro e con provvedimenti di
grande sorveglianza.
D’altro canto, continuiamo ad assistere ad una serie di iniziative dallo scarsissimo impatto
rieducativo e trattamentale, tra le quali l’imminente ed opinabile apertura di una redazione
della rivista “Ristretti Orizzonti” in un istituto dove sono presenti detenuti 41 bis, AS1, AS3,
ecc., che rischia di acuire la sensazione d’impunibilità, che si sta diffondendo in maniera
esponenziale presso la popolazione detenuta e altre svariate attività di mero intrattenimento, in luogo di progetti lavorativi annunciati a più riprese ma non ancora
realizzati.
Questa O.S. è a rilanciare il proprio grido di allarme in occasione del nuovo e gravissimo
episodio di violenza ai danni di un poliziotto penitenziario che si è visto esplodere a pochi
passi da se una bomboletta di gas avvolta tra fogli di giornale ed indumenti personali che il
detenuto di turno aveva incendiato in segno di protesta (non osiamo immaginare cosa
sarebbe potuto accadere se il collega avesse anticipato il suo arrivo presso la cella del
detenuto di 4 o 5 secondi), chiedendo alla Direzione, ma anche a quanti la presente giunge
per conoscenza, cosa debba ancora accadere perché l’Amministrazione si decida a prendere
dei provvedimenti Urgenti e Seri, affinché gli II.PP. di Parma tornino ad essere un luogo
sicuro ove prestare la propria attività lavorativa.
Vogliamo, per finire, denunciare come il personale di polizia penitenziaria continui a
subire vessazioni ed ingiustizie di ogni genere, che verranno segnalate con altra nota dalla
nostra segreteria provinciale, che nell’evento critico di cui sopra hanno avuto una ulteriore
dimostrazione con riferimento al rifiuto del sanitario di turno, malgrado i pressanti inviti
dell’ispettore di sorveglianza generale, di prestare assistenza al poliziotto infortunato.
Questa segreteria regionale nell’esprimere, pertanto, la propria vicinanza e solidarietà al
collega coinvolto nell’episodio, nonché apprezzamento per la professionalità, la dedizione
ed il coraggio dimostrati dallo stesso nell’estrarre il detenuto responsabile del gesto dalla
cella avvolta dalle fiamme e dal fumo, auspica che l’Amministrazione Penitenziaria assuma
le conseguenti determinazioni premiali nei suoi confronti.
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II.PP. DI PARMA – Nuovo episodio di violenza ai danni del personale di polizia penitenziaria
Egregio Provveditore,
gli II.PP. di Parma continuano a balzare agli onori della cronaca per una serie di episodi di
violenza ai danni del personale di polizia penitenziaria che stanno minando la serenità e la
sicurezza dei poliziotti in servizio, coscienti di rappresentare un facile bersaglio sia per il
ruolo ricoperto sia a causa della mutata filosofia gestionale in atto presso l’Istituto ducale.
Purtroppo il carcere di Parma è da sempre stato tra i più peculiari della penisola, ragion
per cui le linee di indirizzo per la gestione dei detenuti non potevano che essere
conseguenziali e particolarmente restrittive, se non accompagnate da progetti lavorativi e di
reinserimento adeguati.
Con l’avvento della sorveglianza dinamica e delle nuove modalità custodiali anche
l’Istituto ducale è stato interessato da una serie di innovazioni che ne stanno stravolgendo
l’originaria vocazione. Questa O.S., pur avendo sempre espresso il proprio favore
all’adozione delle nuove modalità custodiali, ha più volte fatto presente come, presso gli
II.PP. di Parma il personale non sia mai stato di fatto coinvolto (nemmeno per tramite delle
Organizzazioni Sindacali Territoriali) nei processi di rinnovamento, svestendo i panni dei
protagonisti attivi e finendo per esser relegati a meri esecutori di ordini derivanti da scelte
(a volte discutibili) assunte da chi di fatto non è deputato a gestire (e dunque conosce solo
de relato) la vita di sezione.
Abbiamo, ad esempio, dovuto affrontare le conseguenze di un’apertura indiscriminata dei
detenuti della Media Sicurezza, senza alcuna preliminare classificazione degli stessi, così
come previsto dalle vigenti circolari ministeriali in materia, e senza la necessaria
separazione tra detenuti comuni, 14 bis, con divieti d’incontro e con provvedimenti di
grande sorveglianza.
D’altro canto, continuiamo ad assistere ad una serie di iniziative dallo scarsissimo impatto
rieducativo e trattamentale, tra le quali l’imminente ed opinabile apertura di una redazione
della rivista “Ristretti Orizzonti” in un istituto dove sono presenti detenuti 41 bis, AS1, AS3,
ecc., che rischia di acuire la sensazione d’impunibilità, che si sta diffondendo in maniera
esponenziale presso la popolazione detenuta e altre svariate attività di mero intrattenimento, in luogo di progetti lavorativi annunciati a più riprese ma non ancora
realizzati.
Questa O.S. è a rilanciare il proprio grido di allarme in occasione del nuovo e gravissimo
episodio di violenza ai danni di un poliziotto penitenziario che si è visto esplodere a pochi
passi da se una bomboletta di gas avvolta tra fogli di giornale ed indumenti personali che il
detenuto di turno aveva incendiato in segno di protesta (non osiamo immaginare cosa
sarebbe potuto accadere se il collega avesse anticipato il suo arrivo presso la cella del
detenuto di 4 o 5 secondi), chiedendo alla Direzione, ma anche a quanti la presente giunge
per conoscenza, cosa debba ancora accadere perché l’Amministrazione si decida a prendere
dei provvedimenti Urgenti e Seri, affinché gli II.PP. di Parma tornino ad essere un luogo
sicuro ove prestare la propria attività lavorativa.
Vogliamo, per finire, denunciare come il personale di polizia penitenziaria continui a
subire vessazioni ed ingiustizie di ogni genere, che verranno segnalate con altra nota dalla
nostra segreteria provinciale, che nell’evento critico di cui sopra hanno avuto una ulteriore
dimostrazione con riferimento al rifiuto del sanitario di turno, malgrado i pressanti inviti
dell’ispettore di sorveglianza generale, di prestare assistenza al poliziotto infortunato.
Questa segreteria regionale nell’esprimere, pertanto, la propria vicinanza e solidarietà al
collega coinvolto nell’episodio, nonché apprezzamento per la professionalità, la dedizione
ed il coraggio dimostrati dallo stesso nell’estrarre il detenuto responsabile del gesto dalla
cella avvolta dalle fiamme e dal fumo, auspica che l’Amministrazione Penitenziaria assuma
le conseguenti determinazioni premiali nei suoi confronti.
II.PP. DI PARMA – Nuovo episodio di violenza ai danni del personale di polizia penitenziaria
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