Lo scorso 11 aprile, una delegazione SiNAPPe ha effettuato una visita sui luoghi di lavoro presso la III^ Casa di Roma Rebibbia, durante la quale il Direttore ha fornito alcuni dati alla scrivente O.S. dai quali sono emerse notevoli difformità rispetto alle previsioni organiche dell’ultimo PCD. Oltre all’assenza di un Vice Direttore penitenziario e di un Vice Comandante appartenente al ruolo dei funzionari del Corpo, un dato particolarmente allarmante risulta essere la completa assenza di appartenenti ai ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, con la conseguenza che per gli incarichi di sorveglianza generale, vengono impiegate unità appartenenti al ruolo degli agenti/assistenti preferibilmente con grado non inferiore ad assistenti capo. Ulteriore dato sconcertante è il numero del personale distaccato verso altre sedi, pari a 17 unità, ovvero circa il 30% dell’organico amministrato, che si attesta sulle 60 unità di P.P. Appena varcata la portineria principale, all’interno dell’Istituto si possono notare due cabine in muratura larghe circa 70 cm, con un altezza di 1.70 m la prima e 2 m la seconda, complete di tettoia, poste sotto il muro di cinta, precisamente in prossimità della vecchia porta carraia che collega l’istituto con l’area del SADAV; tale posizione crea di fatto una perfetta scala che potrebbe indurre in “tentazione” qualche detenuto c.d. di difficile gestione. Entrando all’interno della struttura vi è un grande atrio che funge da collegamento per le varie diramazioni che portano agli uffici del personale, della Direzione, dei reparti detentivi e dei locali adibiti al benessere del personale che, in assenza della mensa di servizio, si riducono ad un locale cucina (fornito di buona strumentazione per la cottura di alimenti) ed una sala ad uso refettorio. Locali questi con elevato potenziale di utilizzo, ma limitati da una insufficiente pulizia generale.
Sempre nell’atrio è presente un disimpegno, separato da una grande vetrata, da cui si accede sulla sinistra in due stanze utilizzate dal SERT e sulla destra ai servizi igienici, composti da due bagni ed un antibagno, divenuto ormai residenza privata di almeno un gatto. Tra il lavandino e le porte d’ingresso dei due bagni infatti, sono adagiati a terra due ciotole per il cibo e per l’acqua ed una cassettina di circa cm 50 x 30, piena di terriccio, quale toilette del gatto. Il servizio igienico risulta quindi di difficile utilizzo per il personale, senza considerare le conseguenze connesse alle norme igienico sanitarie. All’interno dei bagni e dell’atrio, ma anche lungo i corridoi della Direzione, nei vari uffici e negli spogliatoi in uso agli agenti, spesso e volentieri vengono rinvenute feci di gatto, cosa assolutamente intollerabile. Tale fatto è stato evidenziato più volte a codesta Direzione, senza però riuscire a giungere a soluzione alcuna, stante la presenza di una colonia felina “registrata” all’interno del penitenziario. Salendo ai piani superiori , dove sono presenti i reparti detentivi, la condizione lavorativa riscontrata presso il secondo piano risulta essere disastrosa: scatole di derivazione e prese elettriche aperte con fili privi di protezione, controsoffitti a tratti smontati, pavimenti dissestati, ufficio del personale fatiscente, sistema di allarme antiaggressione inesistente. In detti reparti pernottano tutti insieme detenuti sottoposti a regime di custodia attenuata, art.21 e semiliberi in attesa del programma di trattamento. Tale anomalia è stata fatta presente più volte, senza esito alcuno. Inoltre al terzo piano, dove sono ospitati i detenuti semiliberi, oltre un anno fa sono iniziati i lavori per un locale mensa, ad oggi mai terminati , con tutti i disagi che ciò comporta (i lavori infatti sono stati lasciati come se fossero attualmente in corso). La visita è poi proseguita presso la palazzina dove sono stati allestiti due laboratori: il vapoforno e la pasticceria. Apprezzabili ed invidiabili i macchinari a disposizione dei due laboratori (forni di ultima generazione alimentati a pellet, impastatrici di notevoli dimensioni, cappa aspirante, piano cottura d’acciaio e ghisa con fiammella guida (GAS), doppio bollitore e doppia vasca friggitrice con cestelli ad immersione) tutto bello e tutto funzionante, macchinari costosissimi ma grosse difficoltà nel reperimento di acquirenti. La vendita dei prodotti alimentari infatti, parrebbe limitata alla fornitura del negozietto c.d. “3^ Bottega”, la cui rivendita al dettaglio non è certamente facilitata dalla posizione logistica, ricavata da una intercapedine incardinata nel muro di cinta, quindi lontana dal traffico locale e dalle abitazioni civili. Per dirla tutta, sembrerebbe solo uno sperpero di denaro pubblico, ed è assurdo pensare che si possa garantire lavoro alla popolazione detenuta, investendo in materiali costosissimi e poi non adottare politiche di mercato anche interne all’Amministrazione. Inoltre il posizionamento del punto vendita, diminuisce drasticamente la sicurezza dell’Istituto; infatti all’interno dello stesso, nell’atrio dove si possono consumare gli acquisti effettuati, che confina con il muro dell’armeria, sono presenti diverse tettoie che collegano facilmente l’esterno con l’interno. Alcune anomalie sono state riscontrate anche nella visione dei Modelli 14/A, con la presenza di orari e posti di servizio non previsti. Tutto ciò evidenzia una gestione della struttura e del personale non ottimale che non rispecchia i dettami della Pubblica Amministrazione. Il personale tutto, sia del comparto sicurezza che ministeri, soffre l’assenza di direttive precise e non si sente tutelato nell’espletamento del proprio compito. Tale situazione preoccupa molto la scrivente Organizzazione Sindacale che, a tal fine, chiede un incontro urgente con i Superiori Uffici affinché si possano riportare le cose nel giusto alveo, per il bene dell’Amministrazione e dei lavoratori tutti.
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III CASA CIRCONDARIALE ROMA REBIBBIA – Esito visita sui luoghi di lavoro.
Lo scorso 11 aprile, una delegazione SiNAPPe ha effettuato una visita sui luoghi di lavoro presso la III^ Casa di Roma Rebibbia, durante la quale il Direttore ha fornito alcuni dati alla scrivente O.S. dai quali sono emerse notevoli difformità rispetto alle previsioni organiche dell’ultimo PCD. Oltre all’assenza di un Vice Direttore penitenziario e di un Vice Comandante appartenente al ruolo dei funzionari del Corpo, un dato particolarmente allarmante risulta essere la completa assenza di appartenenti ai ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, con la conseguenza che per gli incarichi di sorveglianza generale, vengono impiegate unità appartenenti al ruolo degli agenti/assistenti preferibilmente con grado non inferiore ad assistenti capo. Ulteriore dato sconcertante è il numero del personale distaccato verso altre sedi, pari a 17 unità, ovvero circa il 30% dell’organico amministrato, che si attesta sulle 60 unità di P.P. Appena varcata la portineria principale, all’interno dell’Istituto si possono notare due cabine in muratura larghe circa 70 cm, con un altezza di 1.70 m la prima e 2 m la seconda, complete di tettoia, poste sotto il muro di cinta, precisamente in prossimità della vecchia porta carraia che collega l’istituto con l’area del SADAV; tale posizione crea di fatto una perfetta scala che potrebbe indurre in “tentazione” qualche detenuto c.d. di difficile gestione. Entrando all’interno della struttura vi è un grande atrio che funge da collegamento per le varie diramazioni che portano agli uffici del personale, della Direzione, dei reparti detentivi e dei locali adibiti al benessere del personale che, in assenza della mensa di servizio, si riducono ad un locale cucina (fornito di buona strumentazione per la cottura di alimenti) ed una sala ad uso refettorio. Locali questi con elevato potenziale di utilizzo, ma limitati da una insufficiente pulizia generale.
Sempre nell’atrio è presente un disimpegno, separato da una grande vetrata, da cui si accede sulla sinistra in due stanze utilizzate dal SERT e sulla destra ai servizi igienici, composti da due bagni ed un antibagno, divenuto ormai residenza privata di almeno un gatto. Tra il lavandino e le porte d’ingresso dei due bagni infatti, sono adagiati a terra due ciotole per il cibo e per l’acqua ed una cassettina di circa cm 50 x 30, piena di terriccio, quale toilette del gatto. Il servizio igienico risulta quindi di difficile utilizzo per il personale, senza considerare le conseguenze connesse alle norme igienico sanitarie. All’interno dei bagni e dell’atrio, ma anche lungo i corridoi della Direzione, nei vari uffici e negli spogliatoi in uso agli agenti, spesso e volentieri vengono rinvenute feci di gatto, cosa assolutamente intollerabile. Tale fatto è stato evidenziato più volte a codesta Direzione, senza però riuscire a giungere a soluzione alcuna, stante la presenza di una colonia felina “registrata” all’interno del penitenziario. Salendo ai piani superiori , dove sono presenti i reparti detentivi, la condizione lavorativa riscontrata presso il secondo piano risulta essere disastrosa: scatole di derivazione e prese elettriche aperte con fili privi di protezione, controsoffitti a tratti smontati, pavimenti dissestati, ufficio del personale fatiscente, sistema di allarme antiaggressione inesistente. In detti reparti pernottano tutti insieme detenuti sottoposti a regime di custodia attenuata, art.21 e semiliberi in attesa del programma di trattamento. Tale anomalia è stata fatta presente più volte, senza esito alcuno. Inoltre al terzo piano, dove sono ospitati i detenuti semiliberi, oltre un anno fa sono iniziati i lavori per un locale mensa, ad oggi mai terminati , con tutti i disagi che ciò comporta (i lavori infatti sono stati lasciati come se fossero attualmente in corso). La visita è poi proseguita presso la palazzina dove sono stati allestiti due laboratori: il vapoforno e la pasticceria. Apprezzabili ed invidiabili i macchinari a disposizione dei due laboratori (forni di ultima generazione alimentati a pellet, impastatrici di notevoli dimensioni, cappa aspirante, piano cottura d’acciaio e ghisa con fiammella guida (GAS), doppio bollitore e doppia vasca friggitrice con cestelli ad immersione) tutto bello e tutto funzionante, macchinari costosissimi ma grosse difficoltà nel reperimento di acquirenti. La vendita dei prodotti alimentari infatti, parrebbe limitata alla fornitura del negozietto c.d. “3^ Bottega”, la cui rivendita al dettaglio non è certamente facilitata dalla posizione logistica, ricavata da una intercapedine incardinata nel muro di cinta, quindi lontana dal traffico locale e dalle abitazioni civili. Per dirla tutta, sembrerebbe solo uno sperpero di denaro pubblico, ed è assurdo pensare che si possa garantire lavoro alla popolazione detenuta, investendo in materiali costosissimi e poi non adottare politiche di mercato anche interne all’Amministrazione. Inoltre il posizionamento del punto vendita, diminuisce drasticamente la sicurezza dell’Istituto; infatti all’interno dello stesso, nell’atrio dove si possono consumare gli acquisti effettuati, che confina con il muro dell’armeria, sono presenti diverse tettoie che collegano facilmente l’esterno con l’interno. Alcune anomalie sono state riscontrate anche nella visione dei Modelli 14/A, con la presenza di orari e posti di servizio non previsti. Tutto ciò evidenzia una gestione della struttura e del personale non ottimale che non rispecchia i dettami della Pubblica Amministrazione. Il personale tutto, sia del comparto sicurezza che ministeri, soffre l’assenza di direttive precise e non si sente tutelato nell’espletamento del proprio compito. Tale situazione preoccupa molto la scrivente Organizzazione Sindacale che, a tal fine, chiede un incontro urgente con i Superiori Uffici affinché si possano riportare le cose nel giusto alveo, per il bene dell’Amministrazione e dei lavoratori tutti.
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