Egregio Provveditore,
stiamo assistendo con interesse al proliferarsi di iniziative da parte
dell’Amministrazione e delle diramazioni provinciali e regionali di questa O.S. volte adavviare attività strategiche di prevenzione, riguardanti il personale operante presso gliIstituti di Pena del Distretto, per il contrasto del fenomeno del burn-out penitenziario.
In particolare, considerato che questa Organizzazione Sindacale ha già in passatoavviato un utile lavoro di confronto con le Autorità istituzionali e sanitarie del territoriomilanese, che presso la CC di Ferrara è stato realizzato un più che apprezzabile progettoper il benessere del personale, che la nostra segreteria provinciale di Bologna ha da tempointrapreso un dialogo con la Direzione del Carcere cittadino e le autorità locali, non si comprende il perché iniziative analoghe vengano periodicamente annunciate dalla Direzione degli II.PP. di Parma, salvo poi essere accantonate già prima di vedere la luce.
A dimostrazione di quanto innanzi evidenziato, vi è il mancato riscontro alla nota della nostra Segreteria Provinciale di Parma, prot. n° 25/17/SP-PR del 03 ottobre 2017,con la quale chiedevamo alla Direzione ducale di conoscere l’esito del questionario anonimo somministrato al personale di Polizia Penitenziaria qualche mese prima, inerentel’attività lavorativa all’interno dell’Istituto.
Tale richiesta era giustificata dalla necessità di valutare i risultati aggregati del
suddetto questionario, anche ai fini della predisposizioni di eventuali percorsi diprevenzione ai sensi del D.Lgs. 81/08 e successive modifiche, di cui altre figure hanno senz’altro maggiori competenze delle nostre, competenze che noi siamo solo a chiedere dimettere in campo senza offendere ne criticare il lavoro di alcuno, nella speranza diricevere medesimo trattamento e rispetto per quello che è il nostro ruolo sindacale (da sindacare: passare minuziosamente al vaglio l’operato altrui); ”ciò anche in considerazione del fatto che il Carcere di Parma è da sempre noto per gli intensi ritmi lavorativi e le particolarissime condizioni di contesto che certamente non favoriscono l’equilibrio psicofisico del personale ivi operante”.
Avevamo, inoltre, auspicato nella predetta nota che la Direzione degli II.PP. di Parma potesse essere pioniera in materia di tutela della salute del personale di Polizia Penitenziaria, prodigandosi, prima delle altre Direzioni del Distretto, per stipulare un protocollo d’intesa con l’AUSL di Parma per l’istituzione di un punto di ascolto per la Polizia Penitenziaria che potesse prevenire comportamenti estremi da parte del personale in divisa con l’ausilio di professionisti specializzati. Purtroppo, il nostro invito è evidentemente rimasto inascoltato tanto che altre Direzioni stanno già portando avanti tali progetti a differenza di quella di Parma.
Siamo, pertanto, a chiedere la sua cortese intercessione affinché, anche presso gli II.PP. di Parma, sia dato finalmente avvio alle attività di tutela e benessere del personale, con particolare riferimento allo studio ed all’abbattimento dei rischi lavorativi derivanti dal burn-out penitenziario.
ISITUTI PENALI DI PARMA – esito questionario burn-out penitenziario.
Egregio Provveditore,
stiamo assistendo con interesse al proliferarsi di iniziative da parte
dell’Amministrazione e delle diramazioni provinciali e regionali di questa O.S. volte adavviare attività strategiche di prevenzione, riguardanti il personale operante presso gliIstituti di Pena del Distretto, per il contrasto del fenomeno del burn-out penitenziario.
In particolare, considerato che questa Organizzazione Sindacale ha già in passatoavviato un utile lavoro di confronto con le Autorità istituzionali e sanitarie del territoriomilanese, che presso la CC di Ferrara è stato realizzato un più che apprezzabile progettoper il benessere del personale, che la nostra segreteria provinciale di Bologna ha da tempointrapreso un dialogo con la Direzione del Carcere cittadino e le autorità locali, non si comprende il perché iniziative analoghe vengano periodicamente annunciate dalla Direzione degli II.PP. di Parma, salvo poi essere accantonate già prima di vedere la luce.
A dimostrazione di quanto innanzi evidenziato, vi è il mancato riscontro alla nota della nostra Segreteria Provinciale di Parma, prot. n° 25/17/SP-PR del 03 ottobre 2017,con la quale chiedevamo alla Direzione ducale di conoscere l’esito del questionario anonimo somministrato al personale di Polizia Penitenziaria qualche mese prima, inerentel’attività lavorativa all’interno dell’Istituto.
Tale richiesta era giustificata dalla necessità di valutare i risultati aggregati del
suddetto questionario, anche ai fini della predisposizioni di eventuali percorsi diprevenzione ai sensi del D.Lgs. 81/08 e successive modifiche, di cui altre figure hanno senz’altro maggiori competenze delle nostre, competenze che noi siamo solo a chiedere dimettere in campo senza offendere ne criticare il lavoro di alcuno, nella speranza diricevere medesimo trattamento e rispetto per quello che è il nostro ruolo sindacale (da sindacare: passare minuziosamente al vaglio l’operato altrui); ”ciò anche in considerazione del fatto che il Carcere di Parma è da sempre noto per gli intensi ritmi lavorativi e le particolarissime condizioni di contesto che certamente non favoriscono l’equilibrio psicofisico del personale ivi operante”.
Avevamo, inoltre, auspicato nella predetta nota che la Direzione degli II.PP. di Parma potesse essere pioniera in materia di tutela della salute del personale di Polizia Penitenziaria, prodigandosi, prima delle altre Direzioni del Distretto, per stipulare un protocollo d’intesa con l’AUSL di Parma per l’istituzione di un punto di ascolto per la Polizia Penitenziaria che potesse prevenire comportamenti estremi da parte del personale in divisa con l’ausilio di professionisti specializzati. Purtroppo, il nostro invito è evidentemente rimasto inascoltato tanto che altre Direzioni stanno già portando avanti tali progetti a differenza di quella di Parma.
Siamo, pertanto, a chiedere la sua cortese intercessione affinché, anche presso gli II.PP. di Parma, sia dato finalmente avvio alle attività di tutela e benessere del personale, con particolare riferimento allo studio ed all’abbattimento dei rischi lavorativi derivanti dal burn-out penitenziario.
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