Egregio Direttore,
ci è stato riferito che un detenuto ristretto presso codesti II.PP. avrebbe contratto la
legionellosi che, come abbiamo appreso in occasione dell’epidemia che colpì tempo fa un
intero quartiere della città di Parma, è un’infezione causata da un batterio chiamato
legionella che colpisce l’apparato respiratorio. Si può manifestare in due diverse entità
cliniche: la malattia del Legionario, la forma più grave, che causa una forte polmonite e la
febbre di Pontiac, una forma più leggera di infezione.
La legionella si trasmette attraverso le particelle d’acqua nebulizzate, presenti ad
esempio nelle docce, nelle fontane, nei rubinetti, negli impianti di condizionamento e nelle
attrezzature dentistiche. Per questo si può essere infettati in molti luoghi pubblici, come
ospedali, alberghi, piscine, sul posto di lavoro ma anche a casa propria. La legionellosi,
per fortuna, non si trasmette da persona a persona.
Premesso quanto sopra, ci è stato riferito che il personale non sarebbe stato informato
del caso di legionella riscontrato in questi giorni, cosa che, se confermata, sarebbe a
nostro avviso assai grave e oltremodo singolare; per di più lo stesso personale non è stato
dotato, neppure nel reparto ove il contagio sarebbe avvenuto, dei DPI necessari a
prevenire la diffusione del batterio di cui sopra. Inoltre, nessuna altra opera di prevenzione
sarebbe stata messa in atto neppure riguardo alle cautele da mettere in pratica per evitare
di venire a contatto con il batterio medesimo.
Questa O.S., considerato che, ad oggi, non è stata neppure riscontrata la nota
URGENTE sugli eventuali casi di infezione da tubercolosi registrati la scorsa settimana,
inviata in data 24/11/2017 con protocollo n° 77/2017/SR-ER, la esorta a fornire
IMMEDIATI chiarimenti in merito ad entrambe le circostanze, oltre a voler adottare tutti i
provvedimenti necessari per informare il personale, prevenire ulteriori episodi di contagio
(ad esempio chiudendo eventualmente il reparto ove si è registrato il contagio in attesa di
effettuare i dovuti controlli sulle falde acquifere, avviando la manutenzione e la pulizia degli
impianti di climatizzazione presenti in Istituto, molti dei quali colmi di polvere, dotando il
personale a turno dei DPI necessari, ecc.), sottoporre il personale in servizio alle
procedure di profilassi previste in questi casi.
In assenza di un URGENTISSIMO e dettagliato riscontro alla presente ed alla nota prot.
n° 77/2017/SR-ER del 24/11/2017, ci vedremo costretti a mettere in atto ulteriori iniziative
sindacali, dall’eventuale richiesta d’intervento dell’AUSL e delle istituzioni locali, con
relativa ed ampia partecipazione della stampa e dei mezzi d’informazione Radio-Televisivi,
per la tutela della salute e dei diritti del personale di Polizia Penitenziaria.
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ISTITUTI PENITENZIARI DI PARMA – Legionellosi
Egregio Direttore,
ci è stato riferito che un detenuto ristretto presso codesti II.PP. avrebbe contratto la
legionellosi che, come abbiamo appreso in occasione dell’epidemia che colpì tempo fa un
intero quartiere della città di Parma, è un’infezione causata da un batterio chiamato
legionella che colpisce l’apparato respiratorio. Si può manifestare in due diverse entità
cliniche: la malattia del Legionario, la forma più grave, che causa una forte polmonite e la
febbre di Pontiac, una forma più leggera di infezione.
La legionella si trasmette attraverso le particelle d’acqua nebulizzate, presenti ad
esempio nelle docce, nelle fontane, nei rubinetti, negli impianti di condizionamento e nelle
attrezzature dentistiche. Per questo si può essere infettati in molti luoghi pubblici, come
ospedali, alberghi, piscine, sul posto di lavoro ma anche a casa propria. La legionellosi,
per fortuna, non si trasmette da persona a persona.
Premesso quanto sopra, ci è stato riferito che il personale non sarebbe stato informato
del caso di legionella riscontrato in questi giorni, cosa che, se confermata, sarebbe a
nostro avviso assai grave e oltremodo singolare; per di più lo stesso personale non è stato
dotato, neppure nel reparto ove il contagio sarebbe avvenuto, dei DPI necessari a
prevenire la diffusione del batterio di cui sopra. Inoltre, nessuna altra opera di prevenzione
sarebbe stata messa in atto neppure riguardo alle cautele da mettere in pratica per evitare
di venire a contatto con il batterio medesimo.
Questa O.S., considerato che, ad oggi, non è stata neppure riscontrata la nota
URGENTE sugli eventuali casi di infezione da tubercolosi registrati la scorsa settimana,
inviata in data 24/11/2017 con protocollo n° 77/2017/SR-ER, la esorta a fornire
IMMEDIATI chiarimenti in merito ad entrambe le circostanze, oltre a voler adottare tutti i
provvedimenti necessari per informare il personale, prevenire ulteriori episodi di contagio
(ad esempio chiudendo eventualmente il reparto ove si è registrato il contagio in attesa di
effettuare i dovuti controlli sulle falde acquifere, avviando la manutenzione e la pulizia degli
impianti di climatizzazione presenti in Istituto, molti dei quali colmi di polvere, dotando il
personale a turno dei DPI necessari, ecc.), sottoporre il personale in servizio alle
procedure di profilassi previste in questi casi.
In assenza di un URGENTISSIMO e dettagliato riscontro alla presente ed alla nota prot.
n° 77/2017/SR-ER del 24/11/2017, ci vedremo costretti a mettere in atto ulteriori iniziative
sindacali, dall’eventuale richiesta d’intervento dell’AUSL e delle istituzioni locali, con
relativa ed ampia partecipazione della stampa e dei mezzi d’informazione Radio-Televisivi,
per la tutela della salute e dei diritti del personale di Polizia Penitenziaria.
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