Egregio Direttore Generale, con nota m_dg.GDAP.08/05/2024.0197483.U Lei ha disposto il contenimento della spesa relativa al consumo del monte ore del lavoro straordinario, a causa della ridotta disponibilità economica del relativo esercizio finanziario. Tale provvedimento mal si collima però con quella che è la realtà penitenziaria, dove la grave carenza organica rende imprescindibile l’impiego del lavoro straordinario per garantire l’esatto adempimento dell’attività lavorativa. Ciò ha fatto sì che numerosi Istituti penitenziari abbiano obbligatoriamente dovuto organizzare il servizio su tre quadranti e non sui quattro previsti e regolamentati, cosa questa che ha comportato un ulteriore sacrificio da parte del personale di Polizia penitenziaria che, ligio al dovere, obbedisce. Purtroppo, però la fedeltà dimostrata non viene ricompensata come dovrebbe atteso che la retribuzione del lavoro straordinario effettuato viene pagata in piccolissima percentuale rispetto al dovuto (circa un terzo della quota spettante con accumulo mensile che si trascina da mesi). A tal uopo le Direzioni avrebbero disposto un massiccio ricorso al riposo compensativo che rimanda al problema iniziale: se infatti la carenza di personale ha determinato un uso ultroneo del lavoro straordinario, come (e quando) si può pensare di consentire l’assenza del personale per la fruizione dei riposi recupero? La liquidazione parziale del lavoro straordinario non è l’unica nota dolente relativa alla retribuzione spettante ai poliziotti penitenziari; viene riferito infatti che in Sardegna non vengono risarciti i servizi di missioni (per effettuare i quali, si rammenta, sono gli stessi poliziotti ad anticipare “i denari”) oramai da 12 mesi ed il budget annuo dello straordinario relativo agli Istituti di Cagliari e Nuoro risulta già esaurito. Così come accade alla 3^ Casa Circondariale di Roma Rebibbia dove in base alla programmazione dei servizi mensili, rispetto al budget bimestrale stabilito dello straordinario, ci sarebbe un default di circa 517 ore! Sono solo degli esempi che testimoniano l’emblematicità di una situazione che necessita di un serio momento di confronto e di chiarificazione: le esigenze della finanza pubblica ed il relativo contenimento della spesa stanno minando il funzionamento degli istituti penitenziari creando un malumore diffuso ed indistinto che non può non indurre ad una riflessione. Serve, senza ulteriore indugio, un urgente incontro per avere un quadro di insieme non parcellizzato né, tantomeno, distorto o frutto di improvvisazione con soluzioni bislacche.
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Lavoro straordinario di Polizia penitenziaria anno 2024 – RICHIESTO URGENTISSIMO INCONTRO
Egregio Direttore Generale,
con nota m_dg.GDAP.08/05/2024.0197483.U Lei ha disposto il contenimento della spesa relativa al consumo del monte ore del lavoro straordinario, a causa della ridotta disponibilità economica del relativo esercizio finanziario.
Tale provvedimento mal si collima però con quella che è la realtà penitenziaria, dove la grave carenza organica rende imprescindibile l’impiego del lavoro straordinario per garantire l’esatto adempimento dell’attività lavorativa.
Ciò ha fatto sì che numerosi Istituti penitenziari abbiano obbligatoriamente dovuto organizzare il servizio su tre quadranti e non sui quattro previsti e regolamentati, cosa questa che ha comportato un ulteriore sacrificio da parte del personale di Polizia penitenziaria che, ligio al dovere, obbedisce.
Purtroppo, però la fedeltà dimostrata non viene ricompensata come dovrebbe atteso che la retribuzione del lavoro straordinario effettuato viene pagata in piccolissima percentuale rispetto al dovuto (circa un terzo della quota spettante con accumulo mensile che si trascina da mesi).
A tal uopo le Direzioni avrebbero disposto un massiccio ricorso al riposo compensativo che rimanda al problema iniziale: se infatti la carenza di personale ha determinato un uso ultroneo del lavoro straordinario, come (e quando) si può pensare di consentire l’assenza del personale per la fruizione dei riposi recupero?
La liquidazione parziale del lavoro straordinario non è l’unica nota dolente relativa alla retribuzione spettante ai poliziotti penitenziari; viene riferito infatti che in Sardegna non vengono risarciti i servizi di missioni (per effettuare i quali, si rammenta, sono gli stessi poliziotti ad anticipare “i denari”) oramai da 12 mesi ed il budget annuo dello straordinario relativo agli Istituti di Cagliari e Nuoro risulta già esaurito.
Così come accade alla 3^ Casa Circondariale di Roma Rebibbia dove in base alla programmazione dei servizi mensili, rispetto al budget bimestrale stabilito dello straordinario, ci sarebbe un default di circa 517 ore!
Sono solo degli esempi che testimoniano l’emblematicità di una situazione che necessita di un serio momento di confronto e di chiarificazione: le esigenze della finanza pubblica ed il relativo contenimento della spesa stanno minando il funzionamento degli istituti penitenziari creando un malumore diffuso ed indistinto che non può non indurre ad una riflessione.
Serve, senza ulteriore indugio, un urgente incontro per avere un quadro di insieme non parcellizzato né, tantomeno, distorto o frutto di improvvisazione con soluzioni bislacche.
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