Le scriventi OO.SS., comunicano che nella mattinata di Giovedì 18/5/2017 verso le ore
10.30 un detenuto Egiziano, condannato ad una pena definitiva per reati di droga, resistenza a P.U.,
lesioni personali aggravate, con fine pena fissato a giugno 2018, ubicato presso il reparto isolamento
per la sua difficile gestione sotto il profilo penitenziario, ha chiesto ed ottenuto di potersi recare
presso il locale docce. L’agente di sezione dopo averlo aperto ed accompagnato nel citato locale si
girava per tornare verso il suo posto di servizio, all’improvviso l’Egiziano senza nessun motivo, si
dirigeva verso il Poliziotto Penitenziario e vigliaccamente alle spalle lo afferrava per il collo con
una presa a girocollo, l’agente cercava di divincolarsi cadendo atterra il detenuto ha continuato ad
inveire con calci e pugni. A quel punto interveniva l’assistente capo di servizio alla rotonda piano
terra vicina alla sezione in questione, il detenuto non contento si avventava anche contro l’assistente
con la stessa violenza. Visto il trambusto accorreva altro personale di Polizia Penitenziaria in
soccorso dei malcapitati, e si riusciva ad immobilizzare l’aggressore e porlo nella saletta di attesa
antistante l’infermeria in attesa che gli agenti venissero soccorsi e sottoposti alle prime cure del
caso. Risultato i due operatori sono stati inviati presso il Pronto Soccorso del Locale Ospedale per
sospette fratture agli arti superiori e qualche contusione anche al capo per colui che è rovinato a
terra. Inviati all’ospedale e lasciati in lista di attesa al pronto soccorso, in divisa disarmati e alla
mercé dei curiosi ivi presente.
Ora partiamo dall’indole del soggetto che ha posto in essere un gesto che definire vile è
alquanto anacronistico, si tratta di un detenuto che ha girato ben 4 o 5 Istituti del Piemonte e dai
quali è stato allontanato per i medesimi motivi, aggressione in danno di personale di Polizia
Penitenziaria e di altri detenuti. Possibile che l’Amministrazione Penitenziaria abbia come unico
mezzo di contrasto a simili soggetti il c.d. “Trasferimento per motivi di opportunità e/o ordine e
sicurezza”? Ci si chiede come mai nonostante gli innumerevoli pregressi della stessa natura violenta ed aggressiva e di sopraffazione nei confronti di tutti coloro che gli capitano a tiro non sia mai stata
proposta la Sorveglianza particolare prevista dall’art. 14 dell’Ordinamento Penitenziario nei
confronti di un soggetto simile? Perché l’incapacità gestionale di questi detenuti deve sempre e
solo ricadere su personale di Polizia Penitenziaria che tutti i giorni affronta situazioni già di per se
critiche per mille vicissitudini, in primis l’oramai cronica carenza di personale e il sempre più
sovraffollamento che avanza anche in una realtà piccola come Ivrea?. I detenuti per le loro criticità
invocano l’aiuto del garante dei diritti che senza nessuna remora dopo la visita al nostro Istituto
non ha esitato a definirlo “Il peggior carcere di Italia”. Noi rappresentanti locali dei diritti dei
lavoratori della C.C. di Ivrea ci rivolgiamo a voi che ci rappresentate a livello regionale e Nazionale
e vi chiediamo ma quando ci sarà un intervento energico affinché tutte queste umiliazioni
cessino? ci si aspetta forse che scappi il morto? Con profonda amarezza e sconforto per le
condizioni in cui ogni giorno operiamo per garantire la Sicurezza all’interno dell’Istituto e
garantire l’espiazione delle pene e delle misure cautelari emesse dalle Autorità Giudiziarie che a
loro volta fanno tutto in nome del popolo Italiano a cui tutti apparteniamo, denunciamo una
situazione esplosiva che da un momento all’altro potrebbe degenerare.
Con l’auspicio che questa nostra denuncia venga divulgata agli organi di Stampa locali e
nazionali affinché tutti sappiano quello che ogni giorno dobbiamo sobbarcarci per portare a casa un
pezzo di pane per la nostra famiglia.
Utilizziamo i cookie per assicurarti di offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok
NOTA UNITARIA – CASA CIRCONDARIALE DI IVREA – Vile aggressione da parte di un detenuto ad Operatori di Polizia Penitenziaria
Le scriventi OO.SS., comunicano che nella mattinata di Giovedì 18/5/2017 verso le ore
10.30 un detenuto Egiziano, condannato ad una pena definitiva per reati di droga, resistenza a P.U.,
lesioni personali aggravate, con fine pena fissato a giugno 2018, ubicato presso il reparto isolamento
per la sua difficile gestione sotto il profilo penitenziario, ha chiesto ed ottenuto di potersi recare
presso il locale docce. L’agente di sezione dopo averlo aperto ed accompagnato nel citato locale si
girava per tornare verso il suo posto di servizio, all’improvviso l’Egiziano senza nessun motivo, si
dirigeva verso il Poliziotto Penitenziario e vigliaccamente alle spalle lo afferrava per il collo con
una presa a girocollo, l’agente cercava di divincolarsi cadendo atterra il detenuto ha continuato ad
inveire con calci e pugni. A quel punto interveniva l’assistente capo di servizio alla rotonda piano
terra vicina alla sezione in questione, il detenuto non contento si avventava anche contro l’assistente
con la stessa violenza. Visto il trambusto accorreva altro personale di Polizia Penitenziaria in
soccorso dei malcapitati, e si riusciva ad immobilizzare l’aggressore e porlo nella saletta di attesa
antistante l’infermeria in attesa che gli agenti venissero soccorsi e sottoposti alle prime cure del
caso. Risultato i due operatori sono stati inviati presso il Pronto Soccorso del Locale Ospedale per
sospette fratture agli arti superiori e qualche contusione anche al capo per colui che è rovinato a
terra. Inviati all’ospedale e lasciati in lista di attesa al pronto soccorso, in divisa disarmati e alla
mercé dei curiosi ivi presente.
Ora partiamo dall’indole del soggetto che ha posto in essere un gesto che definire vile è
alquanto anacronistico, si tratta di un detenuto che ha girato ben 4 o 5 Istituti del Piemonte e dai
quali è stato allontanato per i medesimi motivi, aggressione in danno di personale di Polizia
Penitenziaria e di altri detenuti. Possibile che l’Amministrazione Penitenziaria abbia come unico
mezzo di contrasto a simili soggetti il c.d. “Trasferimento per motivi di opportunità e/o ordine e
sicurezza”? Ci si chiede come mai nonostante gli innumerevoli pregressi della stessa natura violenta ed aggressiva e di sopraffazione nei confronti di tutti coloro che gli capitano a tiro non sia mai stata
proposta la Sorveglianza particolare prevista dall’art. 14 dell’Ordinamento Penitenziario nei
confronti di un soggetto simile? Perché l’incapacità gestionale di questi detenuti deve sempre e
solo ricadere su personale di Polizia Penitenziaria che tutti i giorni affronta situazioni già di per se
critiche per mille vicissitudini, in primis l’oramai cronica carenza di personale e il sempre più
sovraffollamento che avanza anche in una realtà piccola come Ivrea?. I detenuti per le loro criticità
invocano l’aiuto del garante dei diritti che senza nessuna remora dopo la visita al nostro Istituto
non ha esitato a definirlo “Il peggior carcere di Italia”. Noi rappresentanti locali dei diritti dei
lavoratori della C.C. di Ivrea ci rivolgiamo a voi che ci rappresentate a livello regionale e Nazionale
e vi chiediamo ma quando ci sarà un intervento energico affinché tutte queste umiliazioni
cessino? ci si aspetta forse che scappi il morto? Con profonda amarezza e sconforto per le
condizioni in cui ogni giorno operiamo per garantire la Sicurezza all’interno dell’Istituto e
garantire l’espiazione delle pene e delle misure cautelari emesse dalle Autorità Giudiziarie che a
loro volta fanno tutto in nome del popolo Italiano a cui tutti apparteniamo, denunciamo una
situazione esplosiva che da un momento all’altro potrebbe degenerare.
Con l’auspicio che questa nostra denuncia venga divulgata agli organi di Stampa locali e
nazionali affinché tutti sappiano quello che ogni giorno dobbiamo sobbarcarci per portare a casa un
pezzo di pane per la nostra famiglia.
nota-congiunta
Cerca
Categorie
Ultimi articoli inseriti
Calendario