Esimio Presidente, con immensa delusione e sconforto si è assistito al question time tenutosi ieri alla Camera dei Deputati; al momento delle interrogazioni poste sulla situazione delle carceri e della Polizia Penitenziaria rispetto all’emergenza Coronavirus, nemmeno una parola è stata spesa rispetto alla situazione sanitaria ed operativa degli appartenenti al Corpo. Il Ministro infatti, rispondendo alla domanda posta dal deputato Jacopo MORRONE, ha illustrato la questione relativa alle misure alternative al carcere adottate nell’ultimo periodo; ha specificato, a seguito dell’interrogazione posta dal deputato Alfredo BAZOLI, che già dallo scorso 22 febbraio si è attivato per salvaguardare la salute di tutti coloro che lavorano e vivono in carcere; ha rassicurato la deputata Lucia ANNIBALI sul fatto di aver dotato gli operatori penitenziari dei DPI necessari per svolgere in sicurezza il proprio lavoro (discutibile); ed infine ha soddisfatto la richiesta del deputato Maurizio LUPI circa il numero di detenuti che ad oggi risultano positivi al CoVid19. Nulla, neanche una parola il guardasigilli ha speso per informare o far sapere agli interroganti ed all’Aula circa le condizioni di salute dei poliziotti penitenziari. Nonostante la generica indicazione (“circa una decina i detenuti contagiati) nessuna indicazione circa il numero degli infetti tra le fila del Corpo, o circa le loro condizioni di salute, magari anche solo quelli che precauzionalmente sono stati esentati dal servizio o posti in isolamento domiciliare fiduciario. Qualcuno crede che la Polizia penitenziaria sia immune al contagio? Un imbarazzante silenzio o, peggio ancora, una malinconica dimenticanza che certifica la distanza oramai siderale tra il ministro ed il Suo Corpo di Polizia: con pervicacia abbiamo chiesto un preciso report a riguardo ai vertici del DAP, ai Provveditori Regionali, ai Governatori di Regione, ai Sindaci dei capoluoghi di provincia ove insiste il singolo istituto penitenziario. Abbiamo il diritto ad essere informati. Per questo motivo, ci rivolgiamo nuovamente a Lei Sig. Presidente affinché si faccia chiarezza sullo stato di salute della Polizia penitenziaria! C’è una questione che al ministro della Giustizia continua a sfuggire: di fronte all’emergenza sanitaria in cui si trova il Paese, il tema della salute di chi lavora in carcere non può essere considerato una questione (solo) sindacale, perché è già un problema sociale.
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Question time del 25 marzo 2020 – interrogazioni Polizia Penitenziaria
Esimio Presidente,
con immensa delusione e sconforto si è assistito al question time tenutosi ieri alla Camera dei Deputati; al momento delle interrogazioni poste sulla situazione delle carceri e della Polizia Penitenziaria rispetto all’emergenza Coronavirus, nemmeno una parola è stata spesa rispetto alla situazione sanitaria ed operativa degli appartenenti al Corpo. Il Ministro infatti, rispondendo alla domanda posta dal deputato Jacopo MORRONE, ha illustrato la questione relativa alle misure alternative al carcere adottate nell’ultimo periodo; ha specificato, a seguito dell’interrogazione posta dal deputato Alfredo BAZOLI, che già dallo scorso 22 febbraio si è attivato per salvaguardare la salute di tutti coloro che lavorano e vivono in carcere; ha rassicurato la deputata Lucia ANNIBALI sul fatto di aver dotato gli operatori penitenziari dei DPI necessari per svolgere in sicurezza il proprio lavoro (discutibile); ed infine ha soddisfatto la richiesta del deputato Maurizio LUPI circa il numero di detenuti che ad oggi risultano positivi al CoVid19. Nulla, neanche una parola il guardasigilli ha speso per informare o far sapere agli interroganti ed all’Aula circa le condizioni di salute dei poliziotti penitenziari. Nonostante la generica indicazione (“circa una decina i detenuti contagiati) nessuna indicazione circa il numero degli infetti tra le fila del Corpo, o circa le loro condizioni di salute, magari anche solo quelli che precauzionalmente sono stati esentati dal servizio o posti in isolamento domiciliare fiduciario.
Qualcuno crede che la Polizia penitenziaria sia immune al contagio?
Un imbarazzante silenzio o, peggio ancora, una malinconica dimenticanza che certifica la distanza oramai siderale tra il ministro ed il Suo Corpo di Polizia: con pervicacia abbiamo chiesto un preciso report a riguardo ai vertici del DAP, ai Provveditori Regionali, ai
Governatori di Regione, ai Sindaci dei capoluoghi di provincia ove insiste il singolo istituto penitenziario.
Abbiamo il diritto ad essere informati. Per questo motivo, ci rivolgiamo nuovamente a Lei Sig. Presidente affinché si faccia chiarezza sullo stato di salute della Polizia penitenziaria!
C’è una questione che al ministro della Giustizia continua a sfuggire: di fronte all’emergenza sanitaria in cui si trova il Paese, il tema della salute di chi lavora in carcere non può essere considerato una questione (solo) sindacale, perché è già un problema sociale.
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