Preg.me Autorità,
in riferimento all’e-mail nr. 54 del 17/06/2016 del Provveditorato dell’Amministrazione
Penitenziaria di Napoli con cui il prefato ufficio riscontrava le note ed i comunicati sottoscritti dalle
scriventi sigle sindacali inerenti la mancata partecipazione alla riunione sindacale del 14/06/2016,
la proclamazione dello stato di agitazione e l’atto di diffida al Provveditore, si rende quanto mai
opportuno analizzare i punti della questione onde evitare di alimentare dubbi circa
la posizione assunta dalle Segreterie Regionali in epigrafe.
Non ci risulta che le richieste di convocazione da parte delle scriventi sigle sindacali siano
state regolarmente riscontrate, né tantomeno ci sembra che argomenti quali le
ridefinizioni del P.I.R., la definizione degli assetti organizzativi e strutturali degli
N.O.T.P, o la soppressione/riconversione di alcuni istituti penitenziari campani non
rivestano carattere sindacale o siano prive di “una reale fondatezza”.
Per ciò che concerne le richieste di convocazione per la ridefinizione del Protocollo di Intesa
Regionale non riteniamo di dover far pervenire alcune osservazioni in merito, dovendo procedersi
ad una rivisitazione dell’intero P.I.R. risalente al lontano 2004, così come ribadito nella riunione
del 21.11.2014 a cui lo stesso PRAP fa riferimento. Peraltro è opportuno evidenziare che nessuna
norma fa sorgere in capo alle OO.SS. l’obbligo di far pervenire osservazioni
preventive, eppure il Provveditore stabiliva un termine perentorio di dieci giorni
entro i quali trasmettere osservazioni e proposte. Le proposte e le osservazioni nascono e
si sviluppano su un tavolo di contrattazione in cui le parti si confrontano facendo convergere le loro
idee ed apportando, ove possibile, i miglioramenti del caso.
Relativamente alle assegnazioni di personale già operante negli istituti soppressi della
Regione, non crediamo che il compito del Provveditore si esaurisca con l’invio di un
informazione preventiva, tanto più se, nel merito, le OO.SS. hanno chiesto di aprire
un tavolo di confronto. Se è vero che le assegnazioni definitive sono competenza del D.A.P. è
innegabile che i provvedimenti provvisori ed i criteri degli stessi devono essere concordati con le
OO.SS. e non calate dall’alto senza un confronto.
L’accordo sulla mobilità da e per i Nuclei Operativi traduzioni e piantonamenti risale al
2010, ma nel frattempo sono intervenute sostanziali innovazioni, quali l’emanazione del Nuovo
Modello Operativo del 2013 che ridefinisce un nuovo assetto organizzativo, nonché l’emanazione
dei relativi decreti attuativi dei Nuclei T.P. che definiscono i Nuclei Provinciali qualificandoli come
“Reparti”. Riteniamo, quindi, che in questa ottica risulti indispensabile, quanto meno,
avviare un tavolo di confronto sull’argomento volto a determinare nuovi criteri di
mobilità.
Il PRAP di Napoli “non comprende quali siano stati gli eventi o i comportamenti che
abbiano compromesso le relazioni sindacali”. Ebbene, per sgomberare ogni nebbia in merito e
chiarire i dubbi del PRAP, basta evidenziare un solo dato di fatto che deve far riflettere codeste
Autorità: in due anni, ossia da quando è stata dichiarata la volontà delle scriventi
OO.SS. di essere convocate a tavolo separato dall’Organizzazione Sindacale SAPPE, le
compagini sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale sono state
convocate solo due volte in occasione delle contrattazioni decentrate del FESI 2014 e
2015, se si esclude un tavolo di natura non negoziale convocato a seguito di una
manifestazione di protesta collettiva con estensione della MOS del personale di Santa
Maria Capua Vetere.
Ebbene, facciamo fatica a credere che in una regione “complicata” come la Campania, con
circa quattromilacinquecento agenti di fronte a circa settemila detenuti ci si possa limitare a questi
numeri! Non crediamo che la situazione in Campania sia così idilliaca che non ci sia la necessità
di un confronto più frequente con le OO.SS. e, a tal proposito, la decisione del PRAP di
continuare a non convocarci per un raffreddamento del conflitto testimonia e
conferma quanto da noi legittimamente rivendicato.
Il provveditore sostiene che “grazie anche alle direttive emanate dallo scrivente in tutte le
sedi periferiche o sono stati conclusi ed aggiornati i Protocolli di Intesa locali o sono attivi tavoli
di concertazione…”, ma non specifica che gli stessi sono stati sottoscritti solo
parzialmente, dal momento che nei due maggiori istituti della regione, ossia Napoli
Poggioreale e Secondigliano, è stata stralciata dall’accordo tutta la parte riguardante
la mobilità proprio perché i criteri stabiliti a livello regionale risalgono al lontano
1997! Pertanto gli accordi in questione non possono essere conclusi prima di aver aggiornato il
Protocollo di Intesa Regionale che da due anni chiediamo insistentemente di rivisitare.
Proprio per i motivi sopra citati siamo giunti esasperati alla decisione estrema di non
partecipare al FESI 2015, avendo tentato più volte, con esito negativo, di “chiarirli in altri
momenti”.
Siamo ben consapevoli che “il personale dipendente non meriti ritardi nei riconoscimenti
economici”, ma siamo altrettanto consci di una convocazione fissata con colpevole ritardo, ossia il
14 giugno a distanza di due mesi dalla definizione dell’accordo nazionale per una contrattazione
che doveva chiudersi entro il 23 Giugno, quando in altre regioni le contrattazioni si erano già
chiuse o erano in fase di trattative avanzate. Non crediamo sia corretto convocare le
organizzazioni sindacali per un incontro di tale importanza ad una settimana dal
termine fissato dal Dipartimento per la conclusione dell’accordo!
Viceversa, le scriventi segreterie regionali proprio per non penalizzare il
personale, ragionando ed assumendo un senso di responsabilità, hanno ritenuto di
non procedere alla seppur legittima richiesta di attivazione della Commissione di
Garanzia Centrale, nonostante ci fossero i presupposti stante l’esigua maggioranza
(erano presenti solo la metà delle sigle sindacali) con cui si è giunti alla
sottoscrizione. Accordo che, è opportuno evidenziare, non è stato interessato da alcuna modifica
o apporti migliorativi rispetto a quello dell’anno precedente, svilendo la finalità stessa della
contrattazione decentrata e che, peraltro, non riporta né dati numerici rappresentativi
della sfera dei beneficianti, né gli importi spettanti per ciascuna categoria.
Per quanto riguarda, invece, le osservazioni fatte dal PRAP in merito ai motivi che hanno
spinto queste OO.SS e proclamare lo stato di agitazione, sembrerebbe che, a detta del PRAP, in
Campania non ci siano problemi e che tutto funzioni alla perfezione. Noi vorremmo che fosse
proprio così, ma purtroppo, anche in questo caso è opportuno fare qualche osservazione, con
spirito critico e non polemico.
Per il PRAP di Napoli “non risulta che in Campania vi siano istituti o sezioni detentive
sovraffollate…”, ma i dati pubblicati dal Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria, purtroppo, evidenziano una situazione molto meno ottimistica: al
31/05/2016 risultano presenti in Campania 6866 detenuti a fronte di una capienza regolamentare
di 6096 ristretti; a Napoli Poggioreale erano presenti 2046 detenuti a fronte di una capienza
regolamentare di 1640; a Napoli Secondigliano 1373 detenuti presenti a fronte di una capienza
regolamentare di 1021; non meglio nelle carceri femminili con la C.C.F. di Pozzuoli che registra la
presenza di 170 detenute a fronte di una capienza regolamentare di 105; la C.C. di Benevento ospita
invece 377 ristretti su 254 posti disponibili. Pertanto, non crediamo di esagerare se parliamo di
sezioni detentive sempre più affollate e di difficile gestione. Peraltro, giova sottolineare che
l’organico di Polizia Penitenziaria in servizio presso le carceri campane vede 4348 poliziotti
presenti a fronte dei 4756 previsti con un rapporto detenuti/polizia penitenziaria del 1,58.
Non ci risulta che i casi di aggressioni o di eventi critici che si registrano nelle
carceri campane siano limitatissimi. Per confutare questa tesi basta osservare le cronache dei
quotidiani locali e nazionali per capire la frequenza con cui purtroppo si sono verificati e
continuano a verificarsi eventi critici nella regione (è di ieri la notizia dell’incendio di una stanza
detentiva presso la C.C. di Salerno) volendoli limitare soltanto a quelli saliti alla ribalta della
cronaca. Ma, anche in questo caso, è utile snocciolare alcuni dati pubblicati dal DAP:
nel 2015 in Campania si sono verificati 720 episodi di colluttazione (il numero più alto a livello
nazionale) di cui 243 a Poggioreale e 147 a Salerno; nello stesso anno si sono verificati 640 atti di
autolesionismo (terzo dato in Italia), 87 tentati suicidi, 3 suicidi e 12 decessi per cause naturali;
sempre nel 2015 in Campania si sono verificate 12201 manifestazioni di protesta collettive (di
gran lunga il primo dato a livello nazionale), di cui 9880 per motivazioni dovuta a
condizioni di vita intramuraria, sovraffollamento, incompatibilità con altri detenuti, carenza
assistenza sanitaria/servizi (acqua, vitto, riscaldamento, pulizia). Non aggiungiamo altro!
Per ciò che concerne il personale distaccato in altre sedi della regione, nonostante le sedi
cedenti siano in sofferenza di organico basta riferirsi, ancora una volta, ai prospetti elaborati dal
DAP, laddove si evince ad esempio, al 31/05/2016 un divario negativo di organico di -272 unità alla
C.C. di Poggioreale o di -34 unità alla C.C. di Salerno a fronte di un divario positivo in alcuni altri
istituti della regione.
Infine, relativamente alla questione dei Nuclei Traduzione e Piantonamenti basterà a
codeste autorità acquisire i dati inerenti i chilometri percorsi dagli automezzi in uso ai Nuclei della
regione, nonché della pianificazione delle traduzioni, soprattutto in ordine a quanto lamentato
nella nostra nota nr. 13/2016 del 07/05/2016, per constatare la veridicità di quanto rappresentato
dalle scriventi OO.SS..
Pertanto, in considerazione di quanto sopra rappresentato, visto l’attuale stato delle
relazioni sindacali, oramai sempre più compromesse, le scriventi OO.SS. ribadiscono
la volontà di proseguire lo stato di agitazione già in atto, annunciando che si
asterranno dal presentarsi a tutti i tavoli di contrattazione in tutte le sedi della
regione Campania, con riserva di intraprendere ulteriori iniziative di legittimo
dissenso.
Nel’auspicare un autorevole intervento da parte delle SS.LL. volto al ripristino delle corrette
relazioni sindacali si porgono Distinti Saluti.
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Replica e-mail n. 54 del 17/06/2016 del PRAP di Napoli. Stato di agitazione sindacale congiunto Regione Campania
Preg.me Autorità,
in riferimento all’e-mail nr. 54 del 17/06/2016 del Provveditorato dell’Amministrazione
Penitenziaria di Napoli con cui il prefato ufficio riscontrava le note ed i comunicati sottoscritti dalle
scriventi sigle sindacali inerenti la mancata partecipazione alla riunione sindacale del 14/06/2016,
la proclamazione dello stato di agitazione e l’atto di diffida al Provveditore, si rende quanto mai
opportuno analizzare i punti della questione onde evitare di alimentare dubbi circa
la posizione assunta dalle Segreterie Regionali in epigrafe.
Non ci risulta che le richieste di convocazione da parte delle scriventi sigle sindacali siano
state regolarmente riscontrate, né tantomeno ci sembra che argomenti quali le
ridefinizioni del P.I.R., la definizione degli assetti organizzativi e strutturali degli
N.O.T.P, o la soppressione/riconversione di alcuni istituti penitenziari campani non
rivestano carattere sindacale o siano prive di “una reale fondatezza”.
Per ciò che concerne le richieste di convocazione per la ridefinizione del Protocollo di Intesa
Regionale non riteniamo di dover far pervenire alcune osservazioni in merito, dovendo procedersi
ad una rivisitazione dell’intero P.I.R. risalente al lontano 2004, così come ribadito nella riunione
del 21.11.2014 a cui lo stesso PRAP fa riferimento. Peraltro è opportuno evidenziare che nessuna
norma fa sorgere in capo alle OO.SS. l’obbligo di far pervenire osservazioni
preventive, eppure il Provveditore stabiliva un termine perentorio di dieci giorni
entro i quali trasmettere osservazioni e proposte. Le proposte e le osservazioni nascono e
si sviluppano su un tavolo di contrattazione in cui le parti si confrontano facendo convergere le loro
idee ed apportando, ove possibile, i miglioramenti del caso.
Relativamente alle assegnazioni di personale già operante negli istituti soppressi della
Regione, non crediamo che il compito del Provveditore si esaurisca con l’invio di un
informazione preventiva, tanto più se, nel merito, le OO.SS. hanno chiesto di aprire
un tavolo di confronto. Se è vero che le assegnazioni definitive sono competenza del D.A.P. è
innegabile che i provvedimenti provvisori ed i criteri degli stessi devono essere concordati con le
OO.SS. e non calate dall’alto senza un confronto.
L’accordo sulla mobilità da e per i Nuclei Operativi traduzioni e piantonamenti risale al
2010, ma nel frattempo sono intervenute sostanziali innovazioni, quali l’emanazione del Nuovo
Modello Operativo del 2013 che ridefinisce un nuovo assetto organizzativo, nonché l’emanazione
dei relativi decreti attuativi dei Nuclei T.P. che definiscono i Nuclei Provinciali qualificandoli come
“Reparti”. Riteniamo, quindi, che in questa ottica risulti indispensabile, quanto meno,
avviare un tavolo di confronto sull’argomento volto a determinare nuovi criteri di
mobilità.
Il PRAP di Napoli “non comprende quali siano stati gli eventi o i comportamenti che
abbiano compromesso le relazioni sindacali”. Ebbene, per sgomberare ogni nebbia in merito e
chiarire i dubbi del PRAP, basta evidenziare un solo dato di fatto che deve far riflettere codeste
Autorità: in due anni, ossia da quando è stata dichiarata la volontà delle scriventi
OO.SS. di essere convocate a tavolo separato dall’Organizzazione Sindacale SAPPE, le
compagini sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale sono state
convocate solo due volte in occasione delle contrattazioni decentrate del FESI 2014 e
2015, se si esclude un tavolo di natura non negoziale convocato a seguito di una
manifestazione di protesta collettiva con estensione della MOS del personale di Santa
Maria Capua Vetere.
Ebbene, facciamo fatica a credere che in una regione “complicata” come la Campania, con
circa quattromilacinquecento agenti di fronte a circa settemila detenuti ci si possa limitare a questi
numeri! Non crediamo che la situazione in Campania sia così idilliaca che non ci sia la necessità
di un confronto più frequente con le OO.SS. e, a tal proposito, la decisione del PRAP di
continuare a non convocarci per un raffreddamento del conflitto testimonia e
conferma quanto da noi legittimamente rivendicato.
Il provveditore sostiene che “grazie anche alle direttive emanate dallo scrivente in tutte le
sedi periferiche o sono stati conclusi ed aggiornati i Protocolli di Intesa locali o sono attivi tavoli
di concertazione…”, ma non specifica che gli stessi sono stati sottoscritti solo
parzialmente, dal momento che nei due maggiori istituti della regione, ossia Napoli
Poggioreale e Secondigliano, è stata stralciata dall’accordo tutta la parte riguardante
la mobilità proprio perché i criteri stabiliti a livello regionale risalgono al lontano
1997! Pertanto gli accordi in questione non possono essere conclusi prima di aver aggiornato il
Protocollo di Intesa Regionale che da due anni chiediamo insistentemente di rivisitare.
Proprio per i motivi sopra citati siamo giunti esasperati alla decisione estrema di non
partecipare al FESI 2015, avendo tentato più volte, con esito negativo, di “chiarirli in altri
momenti”.
Siamo ben consapevoli che “il personale dipendente non meriti ritardi nei riconoscimenti
economici”, ma siamo altrettanto consci di una convocazione fissata con colpevole ritardo, ossia il
14 giugno a distanza di due mesi dalla definizione dell’accordo nazionale per una contrattazione
che doveva chiudersi entro il 23 Giugno, quando in altre regioni le contrattazioni si erano già
chiuse o erano in fase di trattative avanzate. Non crediamo sia corretto convocare le
organizzazioni sindacali per un incontro di tale importanza ad una settimana dal
termine fissato dal Dipartimento per la conclusione dell’accordo!
Viceversa, le scriventi segreterie regionali proprio per non penalizzare il
personale, ragionando ed assumendo un senso di responsabilità, hanno ritenuto di
non procedere alla seppur legittima richiesta di attivazione della Commissione di
Garanzia Centrale, nonostante ci fossero i presupposti stante l’esigua maggioranza
(erano presenti solo la metà delle sigle sindacali) con cui si è giunti alla
sottoscrizione. Accordo che, è opportuno evidenziare, non è stato interessato da alcuna modifica
o apporti migliorativi rispetto a quello dell’anno precedente, svilendo la finalità stessa della
contrattazione decentrata e che, peraltro, non riporta né dati numerici rappresentativi
della sfera dei beneficianti, né gli importi spettanti per ciascuna categoria.
Per quanto riguarda, invece, le osservazioni fatte dal PRAP in merito ai motivi che hanno
spinto queste OO.SS e proclamare lo stato di agitazione, sembrerebbe che, a detta del PRAP, in
Campania non ci siano problemi e che tutto funzioni alla perfezione. Noi vorremmo che fosse
proprio così, ma purtroppo, anche in questo caso è opportuno fare qualche osservazione, con
spirito critico e non polemico.
Per il PRAP di Napoli “non risulta che in Campania vi siano istituti o sezioni detentive
sovraffollate…”, ma i dati pubblicati dal Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria, purtroppo, evidenziano una situazione molto meno ottimistica: al
31/05/2016 risultano presenti in Campania 6866 detenuti a fronte di una capienza regolamentare
di 6096 ristretti; a Napoli Poggioreale erano presenti 2046 detenuti a fronte di una capienza
regolamentare di 1640; a Napoli Secondigliano 1373 detenuti presenti a fronte di una capienza
regolamentare di 1021; non meglio nelle carceri femminili con la C.C.F. di Pozzuoli che registra la
presenza di 170 detenute a fronte di una capienza regolamentare di 105; la C.C. di Benevento ospita
invece 377 ristretti su 254 posti disponibili. Pertanto, non crediamo di esagerare se parliamo di
sezioni detentive sempre più affollate e di difficile gestione. Peraltro, giova sottolineare che
l’organico di Polizia Penitenziaria in servizio presso le carceri campane vede 4348 poliziotti
presenti a fronte dei 4756 previsti con un rapporto detenuti/polizia penitenziaria del 1,58.
Non ci risulta che i casi di aggressioni o di eventi critici che si registrano nelle
carceri campane siano limitatissimi. Per confutare questa tesi basta osservare le cronache dei
quotidiani locali e nazionali per capire la frequenza con cui purtroppo si sono verificati e
continuano a verificarsi eventi critici nella regione (è di ieri la notizia dell’incendio di una stanza
detentiva presso la C.C. di Salerno) volendoli limitare soltanto a quelli saliti alla ribalta della
cronaca. Ma, anche in questo caso, è utile snocciolare alcuni dati pubblicati dal DAP:
nel 2015 in Campania si sono verificati 720 episodi di colluttazione (il numero più alto a livello
nazionale) di cui 243 a Poggioreale e 147 a Salerno; nello stesso anno si sono verificati 640 atti di
autolesionismo (terzo dato in Italia), 87 tentati suicidi, 3 suicidi e 12 decessi per cause naturali;
sempre nel 2015 in Campania si sono verificate 12201 manifestazioni di protesta collettive (di
gran lunga il primo dato a livello nazionale), di cui 9880 per motivazioni dovuta a
condizioni di vita intramuraria, sovraffollamento, incompatibilità con altri detenuti, carenza
assistenza sanitaria/servizi (acqua, vitto, riscaldamento, pulizia). Non aggiungiamo altro!
Per ciò che concerne il personale distaccato in altre sedi della regione, nonostante le sedi
cedenti siano in sofferenza di organico basta riferirsi, ancora una volta, ai prospetti elaborati dal
DAP, laddove si evince ad esempio, al 31/05/2016 un divario negativo di organico di -272 unità alla
C.C. di Poggioreale o di -34 unità alla C.C. di Salerno a fronte di un divario positivo in alcuni altri
istituti della regione.
Infine, relativamente alla questione dei Nuclei Traduzione e Piantonamenti basterà a
codeste autorità acquisire i dati inerenti i chilometri percorsi dagli automezzi in uso ai Nuclei della
regione, nonché della pianificazione delle traduzioni, soprattutto in ordine a quanto lamentato
nella nostra nota nr. 13/2016 del 07/05/2016, per constatare la veridicità di quanto rappresentato
dalle scriventi OO.SS..
Pertanto, in considerazione di quanto sopra rappresentato, visto l’attuale stato delle
relazioni sindacali, oramai sempre più compromesse, le scriventi OO.SS. ribadiscono
la volontà di proseguire lo stato di agitazione già in atto, annunciando che si
asterranno dal presentarsi a tutti i tavoli di contrattazione in tutte le sedi della
regione Campania, con riserva di intraprendere ulteriori iniziative di legittimo
dissenso.
Nel’auspicare un autorevole intervento da parte delle SS.LL. volto al ripristino delle corrette
relazioni sindacali si porgono Distinti Saluti.
21 06 2016 Replica al PRAP stato di agitazione Campania
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