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TG Satirico “Striscia la notizia” – Rubrica “il grande cancello” – servizio del 3 febbraio u.s. a cura dell’inviato Luca Abete – tutela dell’immagine della Polizia Penitenziaria

  • In Evidenza TG Satirico “Striscia la notizia” – Rubrica “il grande cancello” – servizio del 3 febbraio u.s. a cura dell’inviato Luca Abete – tutela dell’immagine della Polizia Penitenziaria

TG Satirico “Striscia la notizia” – Rubrica “il grande cancello” – servizio del 3 febbraio u.s. a cura dell’inviato Luca Abete – tutela dell’immagine della Polizia Penitenziaria

Febbraio 4, 2025 Sinappe 0 Comments

Illustrissimi in indirizzo,
Sta diventando virale il servizio del TG satirico, dettagliato in oggetto, che affronta, ci sia consentito, con imprecisione ed inopportuna leggerezza unita ad un pericoloso qualunquismo a sfondo massificante, l’atavico fenomeno della permeabilità del carcere con l’introduzione di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari.
A “parlare” ai celati microfoni dei giornalisti sarebbe un sedicente ergastolano, ospitato in un non meglio identificato penitenziario del Paese, attraverso un telefono cellulare detenuto illegalmente. Costui narra di un sistema corrotto che agevola l’illegale ingresso del materiale di cui sopra, fatto da personale compiacente cui si contrappone il silente atteggiamento degli “incorruttibili” che nulla però possono contro “il sistema”.
In chiusura del servizio, l’inviato si compiace di come la notizia abbia acceso un faro su un fenomeno di indubbia illegalità; si intesta lo spirito propulsivo che avrebbe dato luogo ad una serie di perquisizioni e sequestri; in ultimo si duole della circostanza per la quale ad attenzionare un “fenomeno visibile a tutti” sia stata l’attività del TG satirico ed esso sia “stranamente sfuggito a coloro che avrebbero dovuto contrastarlo”.
Pochi ma salienti sono gli aspetti su cui, colpevolmente o incolpevolmente, l’inviato non si è soffermato:

L’introduzione di beni e sostanze non consentite in carcere è un fenomeno risalente alla notte dei tempi. La strategica attività di osservazione condotta dal personale di Polizia Penitenziaria, unita alla costante attività di perquisizione ordinaria e straordinaria, che conduce al rinvenimento e conseguente sequestro, in maniera ormai sistematica, di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti, certifica come il “fenomeno evidente” non sia affatto “sfuggito” a chi è chiamato a contrastarlo.

L’articolo 391 ter è stato introdotto nel codice penale solo nel 2020 proprio per cercare di arginare il fenomeno dei telefoni cellulari in possesso dei reclusi, criminalizzando la condotta.

I casi di personale infedele (appartenente o meno alle file della Polizia Penitenziaria) che hanno agevolato l’ingresso di oggetti e sostanze illegali, hanno condotto in svariate ipotesi a clamorosi arresti operati – dopo importanti attività investigative – proprio dalla Polizia Penitenziaria; circostanza questa che da sola esclude la silente compiacenza descritta nel servizio.
Queste sono solo alcune delle argomentazioni per le quali si può affermare che un tal sistema di informazione vale solo a ledere l’immagine del Corpo, ragione per la quale – per il tramite degli Uffici Stampa tanto del Ministero, tanto del DAP – sarebbe opportuno chiarire i termini della questione, elevando al giusto rango di dignità il diuturno sforzo dei poliziotti penitenziari.
Certi che si condivideranno le riflessioni di cui sopra, si auspica un intervento nel senso suggerito.
Distinti saluti.

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