Uffici U.S.T presso il P.R.A.P. di Napoli – Mancata elargizione buono pasto sostitutivo del servizio mensa dovuto ai sensi della legge 203/1989. SOLLECITO
Egregio Provveditore, in data 15/12/0218 la scrivente O.S., inoltrava alla S.V. la nota n. 328/L.V/S.N, che ad ogni buon fine si allega, con la quale veniva rivendicata una ingiustificata sperequazione nella distribuzione dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa presso gli uffici del U.S.T. incardinati in codesto P.R.A.P., laddove a parità di orario lavorativo articolato su 5 giorni settimanali, alcuni settori fruirebbero regolarmente del buono pasto in argomento durante l’orario di servizio (senza recupero dei trenta minuti), mentre altri uffici si vedrebbero illegittimamente negato tale diritto. Orbene, a tutt’oggi, la nota in argomento non ha ancora ricevuto riscontro, nonostante l’importanza e la delicatezza dell’argomento trattato che incide inevitabilmente sul benessere del personale oltre sia sotto il profilo economico che organizzativo. Giova sottolineare a tal proposito che, oltre alle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato già menzionate nella nota sopra citata, con specifico riferimento alla Polizia Penitenziaria, è intervenuta a sciogliere ogni ulteriore dubbio anche la sentenza del Consiglio di Stato n. 05046/2016 del 01/12/2016, esprimendosi favorevolmente in merito a ricorsi finalizzati al riconoscimento del diritto de quo relativamente a casi analoghi. Viene ribadito infatti il principio secondo cui, il servizio di mensa deve essere garantito alle forze di polizia, compresa quella penitenziaria, quando il personale si trova in particolari condizioni di servizio e ambientali che non gli consentono di consumare il pasto presso il proprio domicilio. L’indennità in questione, infatti, era stata introdotta per il personale delle forze di polizia che presta la sua attività in luoghi di lavoro sprovvisti del servizio di mensa e dai quali per ragioni di servizio non si possono allontanare per troppo tempo per fare la pausa pranzo. Analogamente si rivendica tale diritto anche relativamente ai poliziotti penitenziari in servizio presso i siti di vigilanza varchi Tribunali N.P.G. e Napoli Nord, nonché presso le camere di sicurezza delle medesime strutture giudiziarie, laddove il diritto alla corresponsione del buono pasto, in mancanza di una mensa di servizio, secondo i giudici amministrativi spetta incondizionatamente al termine dell’ordinario orario di servizio. Ci risulta, tra l’altro, che a tutt’oggi non siano stati ancora elargiti i buoni pasto spettanti al personale di polizia penitenziaria, con arretrati di oltre un anno, nonostante si siano già concluse le procedure inerenti alla relativa gara d’appalto. Per i motivi sopra esposti, la scrivente O.S, nel sollecitare il riscontro alla nota allegata, invita la S.V. a verificare le anomalie sopra segnalate che costituiscono una evidente lesione dei diritti dei lavoratori interessati, autorizzando la corresponsione di quanto legittimamente reclamato poliziotti penitenziari eliminando, così, eventuali disparità di trattamento rispetto ad un diritto garantito per legge.
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Uffici U.S.T presso il P.R.A.P. di Napoli – Mancata elargizione buono pasto sostitutivo del servizio mensa dovuto ai sensi della legge 203/1989. SOLLECITO
Egregio Provveditore,
in data 15/12/0218 la scrivente O.S., inoltrava alla S.V. la nota n. 328/L.V/S.N, che ad ogni buon fine si allega, con la quale veniva rivendicata una ingiustificata sperequazione nella distribuzione dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa presso gli uffici del U.S.T. incardinati in codesto P.R.A.P., laddove a parità di orario lavorativo articolato su 5 giorni settimanali, alcuni settori fruirebbero regolarmente del buono pasto in argomento durante l’orario di servizio (senza recupero dei trenta minuti), mentre altri uffici si vedrebbero illegittimamente negato tale diritto.
Orbene, a tutt’oggi, la nota in argomento non ha ancora ricevuto riscontro, nonostante l’importanza e la delicatezza dell’argomento trattato che incide inevitabilmente sul benessere del personale oltre sia sotto il profilo economico che organizzativo. Giova sottolineare a tal proposito che, oltre alle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato già menzionate nella nota sopra citata, con specifico riferimento alla Polizia Penitenziaria, è intervenuta a sciogliere ogni ulteriore dubbio anche la sentenza del Consiglio di Stato n. 05046/2016 del 01/12/2016, esprimendosi favorevolmente in merito a ricorsi finalizzati al riconoscimento del diritto de quo relativamente a casi analoghi. Viene ribadito infatti il principio secondo cui, il servizio di mensa deve essere garantito alle forze di polizia, compresa quella penitenziaria, quando il personale si trova in particolari condizioni di servizio e ambientali che non gli consentono di consumare il pasto presso il proprio domicilio. L’indennità in questione, infatti, era stata introdotta per il personale delle forze di polizia che presta la sua attività in luoghi di lavoro sprovvisti del servizio di mensa e dai quali per ragioni di servizio non si possono allontanare per troppo tempo per fare la pausa pranzo.
Analogamente si rivendica tale diritto anche relativamente ai poliziotti penitenziari in servizio presso i siti di vigilanza varchi Tribunali N.P.G. e Napoli Nord, nonché presso le camere di sicurezza delle medesime strutture giudiziarie, laddove il diritto alla corresponsione del buono pasto, in mancanza di una mensa di servizio, secondo i giudici amministrativi spetta incondizionatamente al termine dell’ordinario orario di servizio.
Ci risulta, tra l’altro, che a tutt’oggi non siano stati ancora elargiti i buoni pasto spettanti al personale di polizia penitenziaria, con arretrati di oltre un anno, nonostante si siano già concluse le procedure inerenti alla relativa gara d’appalto.
Per i motivi sopra esposti, la scrivente O.S, nel sollecitare il riscontro alla nota allegata, invita la S.V. a verificare le anomalie sopra segnalate che costituiscono una evidente lesione dei diritti dei lavoratori interessati, autorizzando la corresponsione di quanto legittimamente reclamato poliziotti penitenziari eliminando, così, eventuali disparità di trattamento rispetto ad un diritto garantito per legge.
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