Non c’è pace per il personale di Genova Marassi, ancora una volta chiamati a gestire i disordini che hanno interessato il penitenziario nella serata di ieri. A darne notizia è il Coordinatore Regionale Si.N.A.P.Pe, Mauro Mondolivo Di Trani. I protagonisti della vicenda sono 4 detenuti italiani che hanno prima appiccato un incendio nella camera di pernotto e poi hanno innescato una protesta, armati di bastoni rudimentali ricavati dalle gambe dei tavolini in dotazione. Pare che all’origine della protesta, le cui cause reali sono ancora da accertare, vi fossero delle questioni connesse alle condizioni sanitarie, ma non si può escludere che questo fosse solo il pretesto per ammantare ben altre intemperanze alle regole detentive. Non si può infatti sottovalutare la circostanza che la medesima camera, qualche giorno fa, aveva costituito teatro del rinvenimento di oggetti non consentiti. Sono state lunghe le procedure per riportare alla normalità la condizione del piano; sono infatti servite circa due ore di intervento da parte del personale di polizia penitenziaria per domare l’incendio e mettere in sicurezza i detenuti. L’ennesima criticità che accende i riflettori, ancora una volta, su una struttura penitenziaria troppo spesso interessata da forme più o meno gravi di disordini, che induce ad interrogarsi sull’efficacia delle modalità di gestione. Dal canto proprio, più volte, il Si.N.A.P.Pe ha chiesto ai Vertici Centrali e Regionali dell’amministrazione Penitenziaria un segno concreto di vicinanza all’istituto di Genova e un cambio di politica gestionale che consenta di invertire una rotta ormai insostenibile.
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COMUNICATO – CASA CIRCONDARIALE DI GENOVA MARASSI – L’intemperanza dei detenuti: nuovi disordini!
Non c’è pace per il personale di Genova Marassi, ancora una volta chiamati a gestire i disordini che hanno interessato il penitenziario nella serata di ieri. A darne notizia è il Coordinatore Regionale Si.N.A.P.Pe, Mauro Mondolivo Di Trani. I protagonisti della vicenda sono 4 detenuti italiani che hanno prima appiccato un incendio nella camera di pernotto e poi hanno innescato una protesta, armati di bastoni rudimentali ricavati dalle gambe dei tavolini in dotazione. Pare che all’origine della protesta, le cui cause reali sono ancora da accertare, vi fossero delle questioni connesse alle condizioni sanitarie, ma non si può escludere che questo fosse solo il pretesto per ammantare ben altre intemperanze alle regole detentive. Non si può infatti sottovalutare la circostanza che la medesima camera, qualche giorno fa, aveva costituito teatro del rinvenimento di oggetti non consentiti. Sono state lunghe le procedure per riportare alla normalità la condizione del piano; sono infatti servite circa due ore di intervento da parte del personale di polizia penitenziaria per domare l’incendio e mettere in sicurezza i detenuti. L’ennesima criticità che accende i riflettori, ancora una volta, su una struttura penitenziaria troppo spesso interessata da forme più o meno gravi di disordini, che induce ad interrogarsi sull’efficacia delle modalità di gestione. Dal canto proprio, più volte, il Si.N.A.P.Pe ha chiesto ai Vertici Centrali e Regionali dell’amministrazione Penitenziaria un segno concreto di vicinanza all’istituto di Genova e un cambio di politica gestionale che consenta di invertire una rotta ormai insostenibile.
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