Sono decorsi ormai dieci giorni dal suo insediamento e nonostante le ripetute e tempestive richieste di convocazione, le Organizzazioni Sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria non hanno avuto ancora l’opportunità di conferire ufficialmente con il proprio referente politico, la più alta carica della propria amministrazione. Se il confronto richiesto ci fosse stato, codesto Onorevole Ministro avrebbe certamente saputo cogliere il prezioso contributo dei rappresentanti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, fondato su una base di esperienza diretta del mondo carcere, testimoni di una politica gestionale che si è presto rivelata inadatta, foriera di disordini all’interno dei penitenziari e pericolosa per l’incolumità di coloro che operano in prima linea. L’aggressione che si è consumata a Reggio Emilia e i gravi disordini di Ariano Irpino, sono solo gli ultimi di una lunga serie di criticità e le prime che Lei ha avuto modo di vivere in qualità di Ministro della Giustizia; non sono, tuttavia, le prime per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, guidata già da qualche anno dall’attuale Capo del DAP, a cui sono andati i Suoi ringraziamenti per la gestione dell’emergenza. Le dichiarazioni che Ella ha reso in merito alla vicenda, se da un lato lasciano avvertire la vicinanza del Ministro alla Polizia Penitenziaria, unica vittima di questo stato di cose caotico e disordinato, dall’altro lato segnano una distanza siderale fra il Vertice di Via Arenula e le dinamiche penitenziarie in quanto appare poco condivisibile tributare onori a chi nel tempo non ha trovato (o forse nemmeno cercato) soluzioni che contenessero la deriva, partecipe e protagonista di quella stessa politica che Lei eredita dai suoi predecessori e che non ha di certo brillato né per efficienza, né per incisività. Se apprezziamo dunque la solidarietà espressa ai tre assistenti capo che hanno vissuto sulla propria pelle le ore di terrore nel carcere arianese, non possiamo esprimere medesimo apprezzamento per la valutazione che Ella ha fatto dell’operato dell’Amministrazione Penitenziaria e con forza rivendichiamo il ruolo di protagonista degli appartenenti al Corpo, senza il cui sacrificio professionale e le doti umane, l’istituzione “carcere” non ha futuro.
Utilizziamo i cookie per assicurarti di offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok
EVENTO CRITICO CASA CIRCONDARIALE DI ARIANO IRPINO – dichiarazioni del Ministro della Giustizia
On. Ministro
Sono decorsi ormai dieci giorni dal suo insediamento e nonostante le ripetute e tempestive richieste di convocazione, le Organizzazioni Sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria non hanno avuto ancora l’opportunità di conferire ufficialmente con il proprio referente politico, la più alta carica della propria amministrazione. Se il confronto richiesto ci fosse stato, codesto Onorevole Ministro avrebbe certamente saputo cogliere il prezioso contributo dei rappresentanti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, fondato su una base di esperienza diretta del mondo carcere, testimoni di una politica gestionale che si è presto rivelata inadatta, foriera di disordini all’interno dei penitenziari e pericolosa per l’incolumità di coloro che operano in prima linea. L’aggressione che si è consumata a Reggio Emilia e i gravi disordini di Ariano Irpino, sono solo gli ultimi di una lunga serie di criticità e le prime che Lei ha avuto modo di vivere in qualità di Ministro della Giustizia; non sono, tuttavia, le prime per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, guidata già da qualche anno dall’attuale Capo del DAP, a cui sono andati i Suoi ringraziamenti per la gestione dell’emergenza. Le dichiarazioni che Ella ha reso in merito alla vicenda, se da un lato lasciano avvertire la vicinanza del Ministro alla Polizia Penitenziaria, unica vittima di questo stato di cose caotico e disordinato, dall’altro lato segnano una distanza siderale fra il Vertice di Via Arenula e le dinamiche penitenziarie in quanto appare poco condivisibile tributare onori a chi nel tempo non ha trovato (o forse nemmeno cercato) soluzioni che contenessero la deriva, partecipe e protagonista di quella stessa politica che Lei eredita dai suoi predecessori e che non ha di certo brillato né per efficienza, né per incisività. Se apprezziamo dunque la solidarietà espressa ai tre assistenti capo che hanno vissuto sulla propria pelle le ore di terrore nel carcere arianese, non possiamo esprimere medesimo apprezzamento per la valutazione che Ella ha fatto dell’operato dell’Amministrazione Penitenziaria e con forza rivendichiamo il ruolo di protagonista degli appartenenti al Corpo, senza il cui sacrificio professionale e le doti umane, l’istituzione “carcere” non ha futuro.
dichiarazioni-del-ministro-della-giustizia-evento-critico-casa-circondariale-di-ariano-irpino
Cerca
Categorie
Ultimi articoli inseriti
Calendario