Urge portare alla sua attenzione quanto sta accadendo presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, ove – come si apprende dalle frammentarie notizie che si è riusciti ad assumere – è in atto una rivolta della popolazione detenuta. Un evento che si può ritenere essere in linea di continuità con altra aggressione registratasi nel medesimo penitenziario nel corso della mattinata e che hanno portato al ferimento di un Assistente Capo. La rivolta, ancora in atto, pare sia sfociata spingendosi sino al sequestro di una unità di Polizia Penitenziaria. Ancora sconosciute dinamiche e moventi a fondamento del disordine. Questo è il termometro di una situazione insostenibile per la sicurezza delle Carceri; oseremmo dire “una cronaca annunciata” che allo stato attuale tiene con il fiato sospeso l’intero Corpo di Polizia Penitenziaria. È evidente come non basti unicamente provvedere alla risoluzione del singolo caso, ma necessitino misure urgenti volte al contenimento dei fenomeni aggressivi, come per altro abbiamo già segnalato in recente corrispondenza con cui abbiamo chiesto una solerte convocazione. Si intervenga prima che sia troppo tardi! Si individuino le soluzioni, si riscriva il sistema, si tuteli la Polizia Penitenziaria, ad oggi esposta al massacro! Non si può restare inermi spettatori mentre i poliziotti penitenziari vengono lasciati al proprio inesorabile destino in un sistema gestionale che si è rivelato evidentemente fallimentare. Si attende di conoscere le misure urgenti che saranno poste in essere.
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LETTERA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA – Emergenza rivolta Ariano Irpino
On. Ministro
Urge portare alla sua attenzione quanto sta accadendo presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, ove – come si apprende dalle frammentarie notizie che si è riusciti ad assumere – è in atto una rivolta della popolazione detenuta. Un evento che si può ritenere essere in linea di continuità con altra aggressione registratasi nel medesimo penitenziario nel corso della mattinata e che hanno portato al ferimento di un Assistente Capo. La rivolta, ancora in atto, pare sia sfociata spingendosi sino al sequestro di una unità di Polizia Penitenziaria. Ancora sconosciute dinamiche e moventi a fondamento del disordine. Questo è il termometro di una situazione insostenibile per la sicurezza delle Carceri; oseremmo dire “una cronaca annunciata” che allo stato attuale tiene con il fiato sospeso l’intero Corpo di Polizia Penitenziaria. È evidente come non basti unicamente provvedere alla risoluzione del singolo caso, ma necessitino misure urgenti volte al contenimento dei fenomeni aggressivi, come per altro abbiamo già segnalato in recente corrispondenza con cui abbiamo chiesto una solerte convocazione. Si intervenga prima che sia troppo tardi! Si individuino le soluzioni, si riscriva il sistema, si tuteli la Polizia Penitenziaria, ad oggi esposta al massacro! Non si può restare inermi spettatori mentre i poliziotti penitenziari vengono lasciati al proprio inesorabile destino in un sistema gestionale che si è rivelato evidentemente fallimentare. Si attende di conoscere le misure urgenti che saranno poste in essere.
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