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CASA CIRCONDARIALE DI GENOVA MARASSI – Criticità gestionali.

Maggio 16, 2018 Sinappe 0 Comments

Egregio Provveditore Che il penitenziario di Genova Marassi sia costantemente al centro di eventi critici di varia natura è ormai cosa nota, ma la questione pare stia assumendo proporzioni colossali senza che nessun provvedimento si possa apprezzare da parte dell’Amministrazione Centrale. Un trend negativo che ha conosciuto una clamorosa impennata nell’ultimo triennio; medesimo arco di osservazione temporale in cui le unità di polizia penitenziaria genovesi lamentano di essere state spodestate del proprio ruolo. Fra le problematiche che emergono con più frequenza v’è l’ingresso di materiale non consentito, con particolare riferimento ai telefoni cellulari. Ed è proprio un telefono cellulare a far scatenare l’ennesimo scandalo genovese. E’ ancora recente nella memoria il grave disordine che ha interessato il penitenziario circa una settimana fa quando quattro reclusi hanno appiccato il fuoco in una camera di pernotto, presumibilmente in segno di protesta. Stessa camera che era stata oggetto, nelle ore precedenti, di una perquisizione straordinaria ed ove era stato rinvenuto e sequestrato un telefono cellulare. Si ha notizia che nella notte, un detenuto magrebino, anch’egli in possesso di un non consentito telefono cellulare, abbia addirittura chiamato la guardia di finanza per denunciare quanto stava accadendo “ai sui danni” ad opera della polizia penitenziaria. Pare che il recluso abbia posto in essere una protesta, pretendendo di parlare unicamente con l’autorità dirigente dell’istituto e che la criticità del momento sia stata gestita dal comandate di reparto (immediatamente informato di quanto stava accadendo) non assecondando nell’immediato la richiesta del detenuto, differendola all’indomani. Questa scena – nei dettagli sicuramente da accertate e ricostruita da chi scrive sulla base di mere dichiarazioni dei propri associati rispetto alle quali si utilizzano tutte le cautele del caso – ove confermata, non farebbe che delineare ancor più nettamente il clima di mancato rispetto delle regole da parte della popolazione detenuta, presumibilmente accompagnata anche da una percepita impunità. Non è oltremodo differibile, dunque, un intervento che possa riportare la Casa Circondariale di Genova nei ranghi di un doveroso rispetto delle regole penitenziarie, attraverso interventi mirati a riscrivere la modalità di gestione dei detenuti. In attesa di conoscere le iniziative che saranno intraprese, si partecipa il proprio sentimento di reale preoccupazione ed indignazione per le condizioni in cui si trova ad operare il personale di polizia penitenziaria colà in servizio.

prap-torino_questione-genova-del-16-maggio_telefonata-alla-guardia-di-finanza

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